Meta sta affrontando una profonda riorganizzazione interna per consolidare la sua posizione nella sempre più agguerrita corsa all’intelligenza artificiale. Questa mossa arriva in un momento critico, segnato da recenti difficoltà, cambiamenti di personale e la necessità di superare alcune sfide tecnologiche e strategiche che hanno rallentato il passo dell’azienda rispetto ai concorrenti.
Il 27 maggio è emersa una nota interna, condivisa da Chris Cox, Chief Product Officer di Meta, in cui viene illustrata la nuova struttura organizzativa dedicata all’intelligenza artificiale. Questa riorganizzazione divide le attività AI in due macro-aree distinte: il team dedicato ai prodotti AI e quello di ricerca sulle basi dell’AGI, ossia l’intelligenza artificiale generale.
Il primo, guidato da Conner Hayes, si occuperà di sviluppare e perfezionare l’assistente AI di Meta, chiamato Meta AI, così come AI Studio, lo strumento di creazione di contenuti basato su intelligenza artificiale. Inoltre, sarà responsabile delle funzionalità AI integrate nelle principali piattaforme dell’azienda, come Facebook, Instagram e WhatsApp, assicurando che queste tecnologie migliorino concretamente l’esperienza degli utenti.
Dall’altra parte, il team di ricerca AGI, co-diretto da Ahmad Aldaleh e Amir Frenkel, si concentra su sviluppi più profondi e fondamentali nel campo dell’intelligenza artificiale. Questo gruppo lavora su temi avanzati come il modello Rama, la multimodalità, il linguaggio e i meccanismi di inferenza che costituiscono la base per raggiungere un’IA di uso generale, ovvero capace di adattarsi a qualsiasi compito intellettuale umano.
Curiosamente, FAIR, la divisione storica e centrale di Meta dedicata alla ricerca fondamentale sull’IA, non è stata inclusa in questa nuova struttura, anche se il suo team che lavora su contenuti multimediali sarà integrato nel gruppo AGI. La riorganizzazione è avvenuta senza tagli al personale: anzi, alcuni dirigenti provenienti da altre aree dell’azienda sono stati trasferiti nelle nuove unità, con l’obiettivo dichiarato di aumentare la responsabilità e rendere più rapide e fluide le collaborazioni tra i team più piccoli e autonomi.
Questa ristrutturazione è la seconda nel giro di poco tempo: già nel 2023 Meta aveva riorganizzato il suo dipartimento AI con intenti simili, ma le difficoltà non sono mancate. All’inizio di quest’anno, l’azienda ha dovuto fare i conti con una prova di competitività dove i suoi modelli si sono dimostrati inferiori a quelli di DeepSec, un concorrente nel settore AI. Successivamente, sono stati apportati cambiamenti al management, inclusa la sostituzione del capo del team di intelligenza artificiale generativa.
Un punto particolarmente critico è stato lo sviluppo del modello di nuova generazione, Rama 4, che non ha soddisfatto le aspettative di Meta, causando ritardi nel suo lancio ufficiale. Ad aprile sono uscite versioni preliminari chiamate “Scout” e “Maverick”, che hanno mostrato buone performance nei test, anche se è scoppiata una controversia dopo che è emerso che un modello sperimentale con prestazioni migliori non era stato incluso nella classifica ufficiale.
Nel frattempo, Meta deve anche fronteggiare una fuga di talenti, con alcuni dei suoi membri chiave che hanno scelto di unirsi a startup concorrenti, come la francese Mistral, specializzata in intelligenza artificiale.