Immagine AI

Uno spazio digitale dove non ci sono più video girati con uno smartphone, ma clip completamente create dall’intelligenza artificiale: animazioni, scene surreali, remix creativi che nascono da prompt, stili visivi e musica generata. È questo il mondo in cui Meta vuole investire con Vibes, un feed video breve che debutta oggi nell’app Meta AI e sul sito meta.ai. L’obiettivo dichiarato è semplice e ambizioso: fondere il format popolare dei video in stile TikTok/Reels con la potenza della generazione AI, offrendo agli utenti strumenti per creare, remixare e condividere contenuti visivi nuovi e “immaginati” dalla macchina.

Nelle fasi iniziali, il feed “Discover” dell’app Meta AI — che mostrava prompt e interazioni testuali con l’IA — viene sostituito da questo nuovo canale dedicato ai video. In Vibes, ogni video è accompagnato dal prompt originale usato per generarlo, e gli utenti possono intervenire su colori, animazioni, musica, stile visivo: il “remix” diventa parte dell’esperienza creativa. Una volta ultimato il video, si può condividerlo direttamente su Vibes oppure cross-postarlo su Instagram, Reels, Stories o Facebook.

Dietro la vetrina di Vibes si muovono collaborazioni strategiche: Midjourney e Black Forest Labs sono partner iniziali per la generazione visiva, mentre Meta prevede di sviluppare in futuro modelli proprietari tramite la sua divisione Superintelligence Labs (MSL). L’idea è che, finché i modelli interni non saranno pronti, Vibes possa basarsi su tecnologie esterne per scalare rapidamente.

Ma come reagisce la rete? Il lancio ha suscitato reazioni contrastanti. Sotto il post di annuncio su Instagram di Mark Zuckerberg, molti commenti sono schietti: “Nessuno lo vuole”, “Caricano spazzatura generata dall’IA”. Alcuni osservatori parlano apertamente di “AI slop”, ovvero contenuto dalle sembianze assurde, privo di un vero messaggio, appena generato per riempire lo spazio.

Critici avvertono che Meta, con Vibes, si sta allontanando da un tempo in cui la piattaforma enfatizzava “narrazioni autentiche” e contenuti generati dalle persone. Ora, una parte dell’offerta cambierà: l’IA non è più solo un assistente dietro le quinte, ma autore emergente. Meta tuttavia difende la scelta, sostenendo che Vibes è pensato per ispirare, dare strumenti alla creatività, sperimentare con i media e offrire un modo inedito di espressione attraverso i propri strumenti AI.

Questo lancio non è casuale: Meta ha ristrutturato le sue attività AI appena a giugno 2025, creando MSL e ridefinendo le squadre focalizzate su modelli base, infrastruttura, integrazione nei prodotti e ricerca. L’introduzione di Vibes si inserisce in quella strategia: l’azienda vuole che l’IA non resti “dietro le quinte” ma diventi parte integrante dell’esperienza utente. Tra gli scenari possibili — e già nel radar — ci sono nuovi strumenti pubblicitari basati su video AI, applicazioni legate agli occhiali intelligenti e monetizzazione dei contenuti generati dall’IA.

Naturalmente, Vibes non è esente da limiti e perplessità. Alcune domande emergono sin da ora: quanto valgono i contenuti generati dall’IA rispetto a quelli fatti da persone? In che misura l’algoritmo del feed sarà personalizzato e capace di mediare tra esplorazione e coerenza? Riuscirà Meta a evitare che il feed diventi una giungla priva di senso, popolata da clip strane, ripetitive o confusionarie?

Vibes è un esperimento audace: un tentativo di ridefinire la “creatività sociale” in chiave generativa. Se l’IA potrà ispirare contenuti che altrimenti non avremmo immaginato, Meta sta scommettendo sul fatto che gli utenti siano disposti a interagire con quell’inaspettato — remixarlo, ridefinirlo, appropriarsene. Sarà interessante vedere, nei prossimi mesi, in che misura Vibes diventerà luogo di tendenza, laboratorio creativo o terreno controverso.

Di Fantasy