Il fiume Mississippi, simbolo di vita e di storia per gli Stati Uniti, sta affrontando una minaccia inaspettata e silenziosa: l’intelligenza artificiale. Secondo un recente rapporto di American Rivers, i data center alimentati dall’IA stanno consumando enormi quantità di acqua, mettendo a rischio l’approvvigionamento idrico di oltre 50 città e l’equilibrio ecologico di questo straordinario ecosistema.
Il Mississippi, che attraversa dieci stati e fornisce acqua potabile, irrigazione e trasporto fluviale a milioni di persone, è sempre stato al centro della vita americana. Tuttavia, negli ultimi anni, la crescente domanda di energia e risorse ha messo a dura prova le sue acque. Oltre all’inquinamento industriale e ai cambiamenti climatici, ora si aggiunge una nuova pressione: i data center che alimentano l’intelligenza artificiale.
I data center sono strutture che ospitano migliaia di server necessari per l’elaborazione dei dati. Questi server generano un’enorme quantità di calore e richiedono sistemi di raffreddamento efficienti. Molti di questi sistemi utilizzano l’acqua del fiume per dissipare il calore, restituendo poi acqua riscaldata nel corso d’acqua. Questo processo, se non gestito correttamente, può alterare la temperatura dell’acqua, danneggiando la fauna acquatica e riducendo la capacità del fiume di auto-purificarsi.
A complicare ulteriormente la situazione, le politiche ambientali adottate negli ultimi anni hanno ridotto le normative che regolano l’uso dell’acqua da parte dei data center. Senza regolamentazioni adeguate, le aziende possono prelevare quantità significative di acqua senza considerare gli impatti a lungo termine sull’ecosistema fluviale.