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Nel teatro globale della tecnologia, il recente scontro giudiziario-aggressivo tra Elon Musk e Apple ha alzato il sipario su una contesa capace di scuotere l’equilibrio tra colossi digitali e startup emergenti. Al centro del conflitto, la classifica dell’App Store: Musk sostiene che Apple stia deliberatamente favorendo ChatGPT, di OpenAI, a discapito del suo modello Grok e della sua piattaforma X, arrivando a invocare leggi antitrust.

Il 12 agosto, Musk ha fatto esplodere la polemica su X (ex-Twitter), sostenendo che “Apple rende impossibile per qualsiasi azienda AI, diversa da OpenAI, raggiungere il primo posto nell’App Store, una chiara violazione antitrust”, annunciando l’immediata “azione legale” da parte di xAI.

Ha inoltre denunciato che, nonostante il successo globale delle sue app, X e Grok sono stati esclusi dalla selezione “Must Have” di Apple, insinuando un’ingiusta motivazione politica dietro le scelte editoriali.

Musk punta il dito contro un’App Store manipolata, ma i dati suggeriscono una realtà più articolata:

  • Il dominio di ChatGPT nella categoria delle app gratuite è ribadito da numeri impressionanti: oltre 29 milioni di download in 28 giorni, sfiorando il record cumulativo di TikTok, Facebook, Instagram e X.
  • Tuttavia, anche altre app AI — come DeepSeek (prima a gennaio) e Perplexity (top in India a luglio) — hanno raggiunto la vetta, dimostrando che altri attori sono riusciti a scalare la classifica.
  • Addirittura Grok sembrerebbe aver toccato il primo posto per qualche giorno in febbraio, secondo dati di Sensor Tower.

A rispondere è stato Sam Altman con sarcasmo tagliente: “È sorprendente, dato quanto si dice che Elon manipoli la piattaforma X a suo vantaggio… e a danno della concorrenza”, insinuando che il problema non sia Apple, ma le pratiche di Musk stesso.

La battaglia verbale è proseguita con Musk che ha replicato: “Il tuo post senza senso ha oltre 3 milioni di visualizzazioni. Sei un bugiardo”.

La posizione di Apple è chiara e attesa: il processo di selezione delle app, afferma, si basa su algoritmi oggettivi, grafici, ranking e curatori esperti — senza favoritismi.

Oltre la superficie, questo duello riflette un quadro più ampio: una battaglia tra modelli di contropotere. Musk, che ha lasciato la leadership iniziale di OpenAI nel 2018, cerca oggi un terreno di contrasto nel mercato pubblico, portando i riflettori sull’influenza e sulle regole della distribuzione digitale.

Di Fantasy