In un mercato cosmetico sempre più saturo e complesso, dove scegliere un prodotto significa districarsi tra migliaia di opzioni, la startup indiana Orbo AI propone un’alternativa che fonde realtà aumentata, intelligenza artificiale e ricerca contestuale, per offrire un’esperienza personalizzata e più intuitiva nella scoperta dei cosmetici. Il cuore della sua proposta è il cosiddetto “Magic Mirror”, uno specchio intelligente che non si limita a riflettere il volto, ma analizza la pelle, consiglia prodotti specifici e mira a diventare un punto di incontro tra il mondo fisico del negozio e quello digitale delle piattaforme online.
Orbo è stata selezionata per il programma Google for Startups Accelerator: AI First, segnale che c’è fiducia nel potenziale del progetto. La visione di Orbo è ambiziosa: essere il “sistema operativo della bellezza” in India, ovvero la piattaforma che connette brand, consumatori e canali digitali con un livello di personalizzazione fino a oggi poco esplorato. L’idea è che ogni interazione — online o in negozio — diventi un’esperienza sensoriale e al tempo stesso informata, capace di comprendere caratteristiche personali come tipo di pelle, tono, condizioni ambientali e preferenze individuali.
Il Magic Mirror è la parte più visibile di questa architettura. Immagina di entrare in un punto vendita e trovare uno specchio che ti accoglie, chiede un selfie o un’inquadratura del viso, valuta decine di parametri — idratazione, texture, discromie, porosità — e nel giro di pochi secondi mostra suggerimenti di prodotti, formule compatibili, range di nuance. Più che una vetrina tecnologica, diventa un consulente interattivo. Alcuni post descrivono come lo specchio possa integrarsi con l’esperienza BeautyGPT (ovvero la “chat AI della bellezza”), permettendo all’utente di “dialogare” con l’interfaccia per affinare risultati o esplorare varianti.
Dietro questa apparenza affascinante c’è un motore più profondo. Orbo si configura come una AI automation stack che aggiunge uno strato visivo e di scoperta alle marche, ai canali e ai rivenditori. Il sistema cattura caratteristiche demografiche, forma del viso, tonalità, anomalie cutanee e intenzionalità del cliente (cioè ciò che cerca), al fine di creare raccomandazioni personalizzate e mirate. Per i brand, l’obiettivo è duplice: ridurre il costo di acquisizione del cliente (CAC) e offrire esperienze differenziate con un margine di innovazione percepita.
Orbo non è nuova nel panorama beauty tech: ha già consolidato prodotti come strumenti di analisi della pelle, visualizzazione virtuale del makeup (“try on”) e consigli sulle nuance dei fondotinta. Il Magic Mirror estende queste funzionalità al punto vendita, rendendo reale ciò che finora era confinato ai siti web o alle app. Questo approccio ibrido — offline e online — è fondamentale per le aziende che devono affrontare l’integrazione tra esperienza digitale e presenza fisica.
Sul piano geografico, Orbo non si limita all’India. Il suo cofondatore Manoj Shinde ha già dichiarato l’intenzione di espandersi oltre i confini nazionali, guardando verso il Medio Oriente, l’Asia sudorientale e altri mercati dove l’ibridazione retail/digitale ha grande potenziale. Per il momento, l’adozione esterna è ancora in fase embrionale, e non è chiaro se lo specchio intelligente arriverà in paesi come l’Italia nel breve termine.