Immagine AI

Quando si pensa all’intelligenza artificiale, spesso immaginiamo dialettiche tra robot che scrivono articoli o software che guidano automobili. Ma a metà agosto 2025, è emerso un progetto che porta l’IA in un terreno ben più delicato e cruciale: il cervello umano, nel contesto della terapia intensiva.

Gli Stati Uniti raccontano questa storia. Al centro, la Cleveland Clinic — una delle istituzioni sanitarie più rinomate del mondo — che ha unito le forze con una giovane startup di San Francisco chiamata Piramidal. Insieme, stanno sviluppando un innovativo modello di intelligenza artificiale pensato non per leggere parole o immagini, ma per interpretare i segnali elettrici del cervello: gli elettroencefalogrammi (EEG).

Fino a oggi, l’analisi di un EEG in terapia intensiva si basava su report generati ogni 12 o 24 ore. Processare manualmente una giornata di dati può richiedere fino a quattro ore — un tempo significativo quando si parla di vita e morte. “Questo tipo di analisi è soggettiva e dipende dall’esperienza e competenza del medico”, osserva Imad Najm, neurologo della Cleveland Clinic.

Ma con la nuova AI, le cose possono cambiare radicalmente. Il modello è progettato per leggere flussi continui di dati EEG e segnalare anomalie nel giro di pochi secondi — perché ogni secondo può fare la differenza.

Dietro il progetto, ci sono le menti di Piramidal, fondata nel 2023 da Dimitris Fotis Sakellariou, neuro-ingegnere con 15 anni di esperienza nella ricerca sugli EEG, e Kris Pahuja, ex stratega di prodotto di Google e Spotify. Questi fondatori aspirano a creare un “foundational model” per il cervello, una IA che, come ChatGPT per il linguaggio, possa adattarsi a diversi cervelli umani.

Il modello è stato addestrato su quasi un milione di ore di registrazioni EEG, provenienti da decine di migliaia di pazienti — sia neurologicamente sani sia con patologie. La grande variabilità dell’attività cerebrale richiede una mole immensa di dati affinché l’IA riesca a distinguere la normalità dall’anomalia.

Attualmente, il modello sta passando una fase cruciale. Nei prossimi sei-otto mesi sarà testato in ambiente reale, ma strettamente controllato, con un numero limitato di letti e medici. L’obiettivo è una progressiva estensione all’intero reparto — un approccio prudente volto a limitare falsi positivi (allarmi ingiustificati) e negativi (eventi ignorati).

Piramidal afferma che il sistema ha mostrato prestazioni “simili a quelle umane” nella valutazione clinica, ma i dati sull’accuratezza verranno pubblicati solo in futuro.

E non è tutto: l’orizzonte va oltre la terapia intensiva. Il modello potrebbe venire utilizzato anche per il monitoraggio dell’epilessia e del sonno, aprendo nuove frontiere applicative

Ma l’innovazione porta con sé sfide complesse. Quale uso fare dei dati cerebrali raccolti? Dove vengono conservati? Chi controlla i diritti del paziente? La Dana Foundation, filantropica impegnata nella ricerca neuroscientifica, chiede che fin dalle fasi iniziali di progettazione siano coinvolti giuristi, etici, sociologi e soprattutto i pazienti stessi, per creare un quadro normativo anticipatorio e responsabile

Di Fantasy