A partire dallo scorso sabato, il Garante della Privacy ha bloccato ChatGPT, un’applicazione di intelligenza artificiale in grado di simulare ed elaborare le conversazioni umane, “finché non sarà assicurato il rispetto della disciplina”. Nonostante la società di Sam Altman abbia fatto sapere di essere pronta a lavorare per ripristinarne l’accesso, dall’estero arriva una soluzione tutta italiana: PizzaGPT. Si tratta di un clone del modello del Chatbot Usa (turbo-3.5) che utilizza le API di OpenAI, che sono a pagamento. In sintesi, le risposte date da questo strumento dovrebbero essere simili alla versione gratuita di ChatGPT. Nel sito si legge che “PizzaGPT utilizza le stesse API di ChatGPT ma non registra nessun tipo di dato da parte degli utenti”.
Per aiutare a coprire i costi, il creatore Lorenzo Cella, un software engineer italiano che lavora in Svizzera, ha deciso di aggiungere un pulsante per le donazioni: gli utenti possono offrire l’equivalente di una pizza (9 euro) per continuare ad utilizzare lo strumento. “Ogni volta che qualcuno fa una domanda a PizzaGPT, questo implica una spesa di qualche centesimo per le API da parte mia. Attualmente ci sono migliaia di utenti che utilizzano PizzaGPT. Le donazioni sono solo un modo per cercare di coprire le spese e mantenere attivo il progetto”, si legge nella pagina “more info” del sito.
Il creatore ha sottolineato come l’idea sia nata “leggendo di ChatGPT bloccato in Italia. Sono un italiano che vive all’estero quindi ho ancora accesso ad esso, ma i miei genitori e amici che vivono lì no”. Per l’ingegnere, l’intelligenza artificiale “è uno strumento rivoluzionario” e dovrebbe essere accessibile a tutti, allo stesso modo in cui lo è stato Internet. Secondo Cella, i “lucchetti” messi a ChatGPT dal Garante per la protezione dei dati personali sono stati “una mossa stupida e controproducente. L’Italia ha bisogno di restare al passo con il resto del mondo, e l’AI è una tecnologia che può aiutare il nostro Paese a crescere”.
Lo sviluppo e la codifica del software engineer italiano hanno richiesto un paio d’ore, motivo per cui Cella mette in guardia gli utenti da possibili bug. Tuttavia, il progetto embrionale sta piacendo agli utenti: in un post pubblicato su Twitter, Cella fa sapere che dal 2 aprile, “giorno di nascita” di PizzaGPT, “il traffico è aumentato di ben 4 volte: con 1200 utenti ogni 30 minuti”.
L’idea di PizzaGPT ha suscitato molto interesse in Italia, dove molte persone hanno visto il blocco di ChatGPT come una limitazione alla propria libertà di utilizzare strumenti innovativi. L’accessibilità all’intelligenza artificiale è diventata un tema centrale, poiché molti credono che la tecnologia possa essere un fattore chiave per il progresso e la crescita del Paese.
Inoltre, la creazione di PizzaGPT dimostra come l’innovazione non sia solo una questione di grandi aziende e di alti investimenti, ma anche di creatività e passione. La soluzione ideata da Lorenzo Cella ha dimostrato che con pochi mezzi è possibile creare un prodotto di successo e metterlo a disposizione di tutti.
Resta da vedere come evolverà la situazione di ChatGPT e se la sua attività potrà essere ripristinata in Italia. Nel frattempo, PizzaGPT rappresenta un’alternativa interessante per coloro che vogliono continuare a sperimentare l’intelligenza artificiale e la sua capacità di simulare conversazioni umane.