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Nella sicurezza aziendale, da tempo si punta a migliorare le videocamere: risoluzione più alta, visione notturna, intelligenza artificiale per riconoscere volti, movimenti sospetti, eccetera. Ma raramente si è visto qualcosa che unisca davvero la sorveglianza tradizionale con una dose di interattività attiva, dove la videocamera diventa parte “attiva” della difesa, non solo testimone. È quello che propone RADCam Enterprise, la nuova proposta dal marchio RAD-I (facente parte di AITX), che vuole essere più di una videocamera: un agente di sicurezza autonomo, parlante, integrabile in sistemi professionali già molto diffusi, pensato per il mondo enterprise.

RADCam Enterprise è la versione “adulta” di RADCam, pensata non tanto per case o piccoli ambienti privati, ma per aziende, scuole, immobili commerciali, scenari in cui serve sorveglianza su larga scala, affidabilità, gestione centralizzata. Non si tratta solo di registrare quello che accade, ma di intervenire in tempo reale: con speaker, microfono, illuminazione potente, la telecamera può non solo vedere, ma parlare, inviare messaggi vocali, scoraggiare chi si avvicina in modo sospetto, verificare con intelligenza artificiale se c’è davvero un rischio o se è un falso allarme. Dietro questa interazione sta SARA Edge / SARA Lite, piattaforma AI “agentic” (cioè attiva) che permette di filtrare, valutare e reagire.

Una caratteristica importante è la compatibilità con i VMS (Video Management Systems) già in uso: questo significa che chi ha già investito in sistemi di sorveglianza professionale non deve buttare via tutto o rifare da capo, ma può integrare RADCam Enterprise nei sistemi esistenti. Il dispositivo dialoga con RADSoC per desktop, RADMobile su dispositivi mobili, e supporta lo streaming, la gestione e la supervisione tramite questi strumenti, ma può anche interfacciarsi con altri VMS leader del settore.

La vera differenza di RADCam Enterprise non è nella qualità video (che comunque è buona), né solo nell’integrazione tecnica, ma nella capacità di risposta attiva. Le videocamere tradizionali registrano, inviano alert, lasciano all’operatore umano la decisione su cosa fare. RADCam invece può intervenire “sul campo”: illuminare una scena, parlare con chi è presente (anche automaticamente), fare da deterrente immediato, prima che la situazione degeneri. Ciò significa che il rischio, il danno, la perdita possono essere contenuti o evitati prima che tutto accada.

Un altro punto che rende il prodotto interessante è il prezzo/licenza che AITX afferma essere “sotto gli standard del settore”. Se davvero RADCam Enterprise mantiene costi inferiori rispetto alle soluzioni tradizionali con funzioni simili, può essere appetibile per molte aziende che altrimenti rinunciano a funzionalità avanzate per via dei prezzi o della complessità.

Anche il fatto che si possa pre-ordinare subito tramite la rete di partner/distributori RAD-I è un segnale che l’azienda vuole arrivare rapidamente sul mercato enterprise non tanto con demo o versioni pilota, ma con una offerta pronta all’uso.

Nonostante le potenzialità, c’è un tratto realistico da considerare: una telecamera che “parla”, che ha microfono e speaker, che interviene attivamente, porta con sé non solo opportunità ma complicazioni. Uno dei primi problemi è la privacy. Microfoni e speaker in aree sensibili, in zone dove passano persone, visitatori, lavoratori: come gestire le registrazioni, il consenso, il rischio di abuso? Serve che siano ben definiti limiti, regolamenti, policy aziendali, normative locali.

Poi c’è il rischio di falsi allarmi elevati se l’AI non è abbastanza precisa: se ogni ombra diventa “intruso”, il sistema rischia di perdere credibilità o di essere disattivato o ignorato. L’equilibrio tra sensibilità e specificità è fondamentale. Un’altra sfida è l’integrazione tecnica: collegarsi ai VMS esistenti può essere più semplice in teoria che in pratica, dipende da protocolli, API, versioni, compatibilità hardware/software. Occorre che RADCam Enterprise supporti molti standard, sia facile da configurare, gestire aggiornamenti, far manutenzione. Se le aziende devono anche riscrivere o ristrutturare molto per farla funzionare, il vantaggio diminuisce.

Infine, l’aspetto della sicurezza informatica: dispositivi connessi, microfoni, speaker, flussi video, AI al “bordo” (edge), tutto questo apre superfici di attacco potenziali. Se non ci sono solide misure di cifratura, autenticazione, protezione dei dati, il sistema stesso può diventare un bersaglio.

RADCam Enterprise sembra particolarmente adatta in contesti dove la sorveglianza tradizionale è presente ma manca la componente proattiva:

  • ingressi di edifici aziendali, parcheggi, aree esterne dove la visibilità è limitata;
  • scuole, università, campus, dove serve monitorare aree condivise ma senza dover impiegare personale di sorveglianza in modo costoso costante;
  • magazzini, depositi, logistica, dove il furto, l’accesso non autorizzato o intrusioni rimangono problemi e l’illuminazione o l’interazione immediata aiutano;
  • immobili commerciali o proprietà immobiliari che vogliono offrire un livello di sicurezza aggiuntivo, magari con brand perception, clienti, visitatori;
  • ospedali, cliniche, strutture sanitarie, sia per la sicurezza delle vie d’accesso che per aree più critiche.

Questa telecamera non è solo un gadget: riflette una tendenza più grande che sta maturando nel settore sicurezza. L’AI, la robotica, i sistemi “agentici” (cioè che non solo monitorano, ma reagiscono) stanno diventando centrali. I clienti non vogliono più solo immagini nitide o registrazioni – vogliono risposta, deterrenza, automazione, riduzione del rischio umano, velocità di intervento.

RADCam Enterprise entra in questo flusso come parte di un ecosistema più ampio di strumenti AI-driven per la sicurezza: dispositivi che collaborano, che segnalano, che interagiscono con operatori umani solo quando serve, che permettono riduzione dei costi guardiani/tradizionali, maggiore efficienza, miglioramento della velocità di risposta.

Di Fantasy