Immagine AI

Settembre a Venezia è da sempre sinonimo di cinema, di red carpet, di sguardi che si accendono. Quest’anno, però, quella magia ha incontrato una nuova compagna: l’intelligenza artificiale. In veste di musa futurista, ha animato la seconda edizione del Reply AI Film Festival, che ha spaziato tra cortometraggi generati o potenziati dall’IA, mostrando un cinema che sente, che parla al cuore.

“Generation of Emotions” era il tema evocativo scelto quest’anno: una chiamata a raccontare le grandi emozioni usando i linguaggi dell’AI. Il risultato è stato sorprendente: oltre 2.500 cortometraggi inviati da 67 Paesi, tutti accomunati dalla volontà di far vibrare lo spettatore. L’intelligenza artificiale qui non è solo uno strumento tecnico, ma un ponte tra chi racconta e chi ascolta.

I vincitori sono stati annunciati nel contesto esclusivo della lounge Mastercard Priceless all’Hotel Excelsior, al Lido di Venezia. La giuria, presieduta dal regista Gabriele Muccino e composta da firme del cinema e della tecnologia come Rob Minkoff, Caleb & Shelby Ward, Denise Negri, Filippo Rizzante e altri, ha scelto con cura i cortometraggi per originalità, qualità produttiva e uso consapevole dell’IA in ogni fase della realizzazione — dal soggetto alla post-produzione.

Love at First Sight di Jacopo Reale ha conquistato il primo premio. È un’opera che esplora l’illusione dello sguardo: racconta come nasce un’emozione dal semplice atto dell’osservazione. Reale ha spiegato che la sua opera “distilla le storie alla loro essenza” e che l’IA gli ha permesso di dare ritmo a immagini che non esistono in modo tradizionale, ma che parlano intensamente all’anima.

The Cinema That Never Was di Mark Wachholz ha ottenuto il secondo posto: una riflessione poetica sui sogni del cinema mai realizzati. Wachholz ha definito l’IA una sorta di “co-archeologo dell’immaginazione”.

Al terzo posto c’è Un Rêve Liquide di Andrea Lommatzsch, che ha voluto trasformare in immagini un sogno interiore, trovando nell’intelligenza artificiale uno strumento creativo profondo e rivelatore.

Due riconoscimenti spiccavano nella serata:

  • Il Lexus Visionary Award è andato a Instinct di Marcello Junior Costa, una short interamente realizzata con materiale AI ma assemblata con sensibilità cinematografica tradizionale. Un inno alla democratizzazione della creatività: “chiunque, ovunque, può narrare la propria storia”.
  • L’AI for Good Award, concepito insieme all’ITU e dedicato ai temi dello sviluppo sostenibile, è stato assegnato a Clown di Shanshan Jiang, una storia toccante. Jiang ha spiegato che per lei “l’IA non sostituisce, ma collabora”, estendendo le possibilità espressive.

Il coro che emerge dal Reply AI Film Festival sublima un concetto chiaro: l’IA, se usata con consapevolezza, può essere un alleato potente, non un ostacolo all’umanità dell’arte. Come ha affermato Filippo Rizzante, Chief Technology Officer di Reply, il festival è un laboratorio unico dove “la tecnologia non sostituisce la sensibilità, ma la amplifica” e offre ai giovani creativi “nuove opportunità per dar vita a storie con emozione e innovazione”.

L’oscurità della sala si illumina non solo grazie al fascino delle immagini, ma dalla promessa di un nuovo cinema. Un cinema dove l’intelligenza artificiale non prende il posto dell’umanità, ma ne amplifica la voce, rendendola più ricca. Il Reply AI Film Festival conferma che l’emozione non è appannaggio esclusivo del cuore, ma può essere co-creata tra uomo e macchina.

Di Fantasy