Circa dieci siti di notizie, tra cui il New York Times (NYT), hanno vietato l’accesso al motore di ricerca AI “SearchGPT”. Questo divieto riguarda sia la raccolta di dati per l’apprendimento dell’intelligenza artificiale (AI), sia la possibilità di effettuare ricerche sui loro contenuti.

Business Insider ha riportato che il NYT e altri 13 siti di notizie hanno bloccato l’OAI-SearchBot di OpenAI. Questo web crawler è utilizzato per indicizzare le informazioni e permettere a SearchGPT di cercare e visualizzare risultati pertinenti per gli utenti. È diverso dal “GPTBot”, che è dedicato alla raccolta di dati per addestrare i modelli di AI.

Secondo lo strumento di ispezione web Originality.AI, oltre al NYT, altri 14 siti di notizie, come Wired, The New Yorker, Vogue, Vanity Fair e GQ, hanno bloccato OAI-SearchBot.

John Gillum, CEO di Originality.AI, ha espresso sorpresa per questa decisione, affermando: “Non capisco perché gli editori stiano cercando di bloccarlo. Questo è il traffico che gli editori vogliono e di cui hanno bisogno”. Gillum ha aggiunto che nessuno dei principali editori di notizie blocca i bot di ricerca di Google.

OpenAI ha lanciato SearchGPT, un motore di ricerca basato su AI, la settimana scorsa. Questo strumento fornisce risposte alle domande degli utenti citando e riassumendo informazioni provenienti da varie fonti, comprese notizie di partner come News Corp e Atlantic Magazine.

All’inizio, OpenAI aveva previsto di testare SearchGPT con piccoli gruppi di editori. OAI-SearchBot non raccoglie dati per addestrare modelli di AI, ma ha suggerito ai proprietari di siti web di permettere la presenza di nuovi bot nei risultati di ricerca.

La mancanza di accesso a tutti i siti potrebbe ridurre l’accuratezza del servizio di ricerca di OpenAI rispetto a Google. Inoltre, OpenAI è accusata di raccogliere dati online senza autorizzazione, il che alimenta il dubbio degli editori riguardo al fatto che i nuovi bot di ricerca non raccolgano contenuti in segreto.

Un altro problema è che i risultati dei motori di ricerca basati su AI non sempre portano traffico ai siti web che producono i contenuti originali. Questi motori tendono a mostrare riepiloghi per mantenere gli utenti all’interno del loro ecosistema. Se gli editori non ricevono traffico dai motori di ricerca, potrebbero non vedere motivo per permettere l’accesso ai bot.

Inoltre, il NYT è attualmente coinvolto in una causa sul copyright con OpenAI, che sottolinea le preoccupazioni riguardo ai motori di ricerca basati su AI e al rischio di sottrarre traffico agli editori.

Di Fantasy