Un team di ricerca italiano ha utilizzato tecniche di Intelligenza Artificiale per identificare le specie di cetacei più diffuse nel Mar Ionio settentrionale. La ricerca è stata condotta dall’Istituto di sistemi e tecnologie industriali per il manifatturiero avanzato del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Stiima) di Bari in collaborazione con l’associazione Jonian Dolphin Conservation, la Fondazione Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) e le Università di Bari e della Basilicata.
Le tecniche di Intelligenza Artificiale sono state addestrate all’osservazione dei cetacei nel Golfo di Taranto, utilizzando i dati del programma europeo Eu Copernicus Marine Service. Inoltre, sono stati utilizzati i dati di avvistamento raccolti in 10 anni nello Ionio settentrionale dalla Jonian Dolphin Conservation.
Secondo Rosalia Maglietta, esperta di Intelligenza Artificiale del Cnr-Stiima, la valutazione dello stato di conservazione di queste specie è strategica per impostare piani di gestione sostenibile della risorsa mare e per la conservazione delle aree critiche per la fauna marina d’interesse comunitario. Per fare ciò, sono stati utilizzati descrittori ambientali forniti dalla Fondazione Cmcc e ricavati mediante l’uso di tecniche di telerilevamento spaziale e di prodotti di modellistica numerica del Servizio europeo Marine Core Service, che forniscono una vasta gamma di informazioni in relazione ai dati raccolti sull’ambiente in cui i delfini vivono, per la prima volta investigati e presentati in uno studio scientifico.
Secondo Roberto Carlucci, dell’Università di Bari, le intelligenze artificiali hanno evidenziato che la concentrazione di nutrienti inorganici, come i nitrati, il fitoplancton, la temperatura e la salinità, sono le variabili ambientali che maggiormente influenzano la distribuzione e l’abbondanza dei cetacei oggetto dello studio. Infatti, come evidenziato dalle analisi condotte dagli ecologi del Dipartimento di bioscienze, biotecnologie e ambiente dell’Università di Bari, questi parametri ambientali specifici dell’habitat marino sono direttamente collegati alla produzione primaria e, quindi, alla presenza abbondante di prede.