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In un’epoca di rapida e onnipresente digitalizzazione, dove l’Intelligenza Artificiale (IA) e i social media plasmano quotidianamente le esperienze e le percezioni, l’Unione Europea ha alzato il velo su un dibattito cruciale: come proteggere i minori in un ecosistema digitale in continua evoluzione. Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato una risoluzione che stabilisce un’età minima di 16 anni per l’accesso ai chatbot e alle piattaforme sociali basati sull’IA, lanciando un segnale forte sulla necessità di definire standard unificati e rigorosi per la tutela dei più giovani.

La risoluzione, approvata con un consenso significativo di 483 voti favorevoli, riflette una crescente preoccupazione a livello globale riguardo all’uso non regolamentato dell’IA e dei social media da parte dei bambini. Il cuore del provvedimento stabilisce che l’accesso a qualsiasi forma di chatbot, social media o piattaforma video basata sull’intelligenza artificiale debba essere vietato ai minori di 13 anni. Per la fascia d’età compresa tra i 13 e i 16 anni, l’utilizzo di queste piattaforme sarebbe consentito, ma solo con il consenso esplicito dei genitori.

Questa mossa è particolarmente rilevante perché, sebbene il Digital Services Act (DSA) dell’UE già imponga alle piattaforme di conformarsi alle leggi nazionali, le normative attuali presentano una disomogeneità tra gli Stati membri. L’obiettivo della risoluzione è proprio quello di promuovere un’armonizzazione e di elevare lo standard di protezione in tutto il blocco.

È fondamentale, tuttavia, inquadrare correttamente la natura giuridica di questo voto: la risoluzione è, per ora, una dichiarazione non vincolante. Non ha valore di legge immediatamente esecutiva. Per trasformarla in una normativa vincolante, sarà necessario un lungo e complesso iter che coinvolga una proposta legislativa formale da parte della Commissione Europea, seguita da negoziati con gli Stati membri e lo stesso Parlamento. Un processo che, data la sua natura delicata, potrebbe protrarsi per diversi anni. Nonostante ciò, questa risoluzione rappresenta l’atto politico più significativo finora adottato a livello UE su questo tema, assumendo un’importanza cruciale come orientamento politico che guiderà le future discussioni legislative.

La visione dell’UE per la tutela dei minori va oltre la semplice restrizione dell’età. Parallelamente, sono state proposte ulteriori misure volte a creare un ambiente digitale meno dannoso e manipolativo. Tra queste, spicca il divieto di piattaforme che creano dipendenza, quei meccanismi digitali progettati specificamente per tenere i bambini incollati allo schermo per lunghi periodi. L’intento è disinnescare la progettazione che sfrutta le vulnerabilità psicologiche dei minori.

Inoltre, l’Unione Europea mira a bloccare la pubblicità manipolativa e gli elementi che imitano il gioco d’azzardo e che sono specificamente rivolti ai bambini e agli adolescenti. Questo proteggerebbe i minori non solo dai contenuti inappropriati, ma anche dagli schemi di engagement progettati per sfruttare il loro comportamento. A completamento di questo quadro normativo, l’UE ha raccomandato di bloccare in generale i siti web che non rispettano le normative comunitarie e di utilizzare attivamente gli strumenti di intelligenza artificiale stessi per affrontare problemi endemici come la diffusione di informazioni false e la circolazione di contenuti inappropriati.

La mossa dell’UE non è un evento isolato, ma si inserisce in un contesto globale di crescente consapevolezza e azione da parte dei governi e delle aziende. Governi come quello australiano hanno già deciso di vietare l’accesso ai social media ai minori di 16 anni a partire dal prossimo mese, e anche la Malesia sta pianificando di adottare misure simili nel prossimo anno.

Parallelamente, si registrano segnali incoraggianti anche dal settore privato: negli Stati Uniti, un’azienda di primo piano nel campo dell’IA, Character.AI, ha adottato una misura di autodisciplina bloccando l’uso del proprio chatbot ai minori di 18 anni. Si tratta di un’iniziativa significativa, la prima del genere in cui un’azienda di IA limita volontariamente l’accesso ai minorenni a un servizio precedentemente consentito.

Di Fantasy