Fei-Fei Li, professoressa presso la Stanford University e nota come la “madrina dell’AI”, ha recentemente proposto un nuovo approccio alla regolamentazione dei modelli avanzati di intelligenza artificiale (AI). Considerando i potenziali rischi imprevedibili associati a queste tecnologie, Li suggerisce che la responsabilità della regolamentazione dovrebbe ricadere principalmente sui produttori dei modelli, piuttosto che esclusivamente sui governi.
Durante una conferenza, Li ha sottolineato l’importanza di un principio guida: “Fidarsi, ma verificare”. Questo implica che, sebbene sia essenziale avere fiducia nelle aziende che sviluppano tecnologie AI, è altrettanto cruciale implementare meccanismi di verifica per garantire che queste operino in modo sicuro ed etico. Li ha evidenziato che, data la rapidità con cui l’AI sta evolvendo, affidarsi esclusivamente a regolamentazioni governative potrebbe non essere sufficiente. I governi spesso non dispongono delle competenze tecniche necessarie per comprendere appieno le complessità dei modelli AI avanzati. Pertanto, è fondamentale che le aziende produttrici assumano un ruolo attivo nella supervisione e nella regolamentazione delle loro creazioni.
Un aspetto centrale della proposta di Li è l’implementazione di processi di audit interni ed esterni. Le aziende dovrebbero stabilire team dedicati alla valutazione continua dei loro modelli AI, identificando potenziali rischi e garantendo che questi siano mitigati prima del rilascio sul mercato. Inoltre, collaborare con enti indipendenti per condurre verifiche esterne può aggiungere un ulteriore livello di trasparenza e fiducia.
Li ha anche affrontato la questione dell’etica nell’AI. Ha enfatizzato la necessità di incorporare principi etici fin dalle prime fasi dello sviluppo dei modelli. Questo approccio proattivo può prevenire l’insorgere di bias e discriminazioni nei sistemi AI, garantendo che le tecnologie siano inclusive e rispettose dei diritti di tutti gli individui.
La proposta di Li ha suscitato un dibattito significativo nella comunità tecnologica e tra i legislatori. Alcuni sostengono che, senza una supervisione governativa adeguata, le aziende potrebbero non essere incentivate a regolamentare efficacemente le proprie tecnologie. Altri, invece, concordano con Li, affermando che le aziende, essendo più vicine allo sviluppo tecnologico, sono nella posizione migliore per implementare misure di sicurezza efficaci.