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Nella sicurezza informatica, l’emergere di nuove minacce è una costante. Tuttavia, l’introduzione di Xanthorox AI segna un punto di svolta significativo. Questa piattaforma di intelligenza artificiale malevola, sviluppata per semplificare e automatizzare le attività criminali, rappresenta una nuova era nel panorama delle minacce informatiche.

A differenza di altri strumenti precedenti, Xanthorox non si basa su modelli esistenti come GPT o LLaMA. Gli sviluppatori hanno creato un sistema completamente autonomo, ospitato su server privati, che consente un’esperienza altamente personalizzabile e difficile da rilevare o bloccare. Questa architettura “local-first” elimina la necessità di infrastrutture cloud pubbliche, riducendo i rischi di monitoraggio e intervento da parte delle autorità.

La piattaforma è composta da cinque moduli distinti, ognuno progettato per compiti specifici:

  • Xanthorox Coder: Genera codice malevolo, scrive script e sfrutta vulnerabilità nei software.
  • Xanthorox Vision: Analizza immagini e screenshot, estraendo dati sensibili o interpretando contenuti visivi.
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  • Reasoner Advanced: Simula il ragionamento umano, aiutando a creare messaggi di phishing più convincenti o a manipolare obiettivi tramite ingegneria sociale.
  • Voice Module: Consente comandi vocali in tempo reale o asincroni, offrendo un’interazione più naturale con la piattaforma.
  • Web Scraping Engine: Raccoglie dati da oltre 50 motori di ricerca, fornendo informazioni aggiornate senza dipendere da API esterne.

Xanthorox è progettato per essere accessibile anche a chi ha scarse competenze tecniche. La piattaforma è disponibile su GitHub, YouTube e tramite canali Telegram e Discord, dove gli utenti possono acquistare l’accesso in criptovalute. Questa democratizzazione degli strumenti di attacco rende le minacce più pervasive e difficili da contrastare.

L’esistenza di Xanthorox solleva interrogativi legali ed etici significativi. Se da un lato la piattaforma non è illegale di per sé, dall’altro facilita attività criminose come la creazione di deepfake, attacchi ransomware e phishing. Le autorità si trovano di fronte alla sfida di intervenire senza violare principi fondamentali come la presunzione di innocenza.

Di Fantasy