Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha recentemente criticato pubblicamente i regolamenti dell’Unione Europea riguardanti l’intelligenza artificiale (IA). In un articolo pubblicato il 21 agosto sull’Economist, Zuckerberg ha descritto le normative dell’UE come incoerenti e dannose per lo sviluppo dell’IA open source.
Zuckerberg, insieme a Daniel Ek, CEO di Spotify, ha dichiarato che l’UE ha recentemente stabilito che i modelli di IA non dovrebbero essere addestrati usando dati pubblici da Facebook e Instagram. Questo ha portato Meta a criticare la decisione e annunciare che non lancerà servizi di IA nell’UE.
Secondo Zuckerberg, la decisione di non lanciare i servizi non è stata dovuta a una violazione della legge, ma al fatto che le autorità di regolamentazione dell’UE non sono riuscite a raggiungere un accordo su come procedere. Ha fatto riferimento alla Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC), responsabile dell’applicazione del GDPR, che ha sollevato la questione.
Zuckerberg ha criticato la frammentazione della struttura normativa dell’UE, che include il Digital Market Act (DMA), il Digital Services Act (DSA), il GDPR e il nuovo AI Act. Questo caos regolamentare, secondo lui, crea ritardi e incertezze, ostacolando la crescita dell’IA open source e rischiando di impedire l’accesso degli europei ai prodotti di IA.
Infine, Zuckerberg ha sottolineato la necessità di un quadro normativo chiaro e unificato per semplificare la creazione di aziende e attrarre talenti, migliorando così l’ambiente per l’innovazione tecnologica in Europa.