La teoria dell’Uncanny Valley fu descritta per la prima volta nel 1970 dal giapponese Masahiro Mori, un ingegnere e studioso di robotica, ma oggi sta riscuotendo un grande interesse in quanto siamo prossimi ad attraversarla o forse già l’abbiamo attraversata. L’Uncanny Valley è quella zona di contatto tra noi e i robot sempre più simili a noi, dove la nostra reazione emotiva diventa sempre più empatica e positiva, fino a quando si trasforma in repulsione. Questo accade perché i robot sembrano così perfetti da sembrare umani, ma non sono ancora del tutto umani, e quindi c’è qualche dettaglio, nel loro modo di agire, di parlare, di muovere gli occhi, che genera in noi fastidio.

Secondo Mori, la fase successiva alla Valle Perturbante è il superamento dell’Uncanny Valley, dove l’aspetto e le capacità dei robot continuano a migliorare, diventano sempre meno distinguibili da quelli di un umano, le imperfezioni spariscono e la nostra reazione emotiva torna positiva. ChatGPT, un popolare chatbot, potrebbe già essere oltre l’Uncanny Valley perché dà risposte convincenti ed è in grado di sostenere una conversazione che ricorda quella umana e la riproduce in modo fedele.

Tuttavia, dipende dal contesto: alcune risposte di ChatGPT sul mercato del lavoro possono farci sentire inquieti per la potenziale perdita di molta occupazione. Inoltre, gli esperimenti sui volti deepfake dimostrano che le persone credono di più in quelli falsi creati da una IA piuttosto che in quelli reali, il che può suscitare inquietudine.

In definitiva, siamo vicini a raggiungere la fase del superamento dell’Uncanny Valley, ma forse è necessario sviluppare anche l’IA Forte, cioè una vera intelligenza che sappia ragionare e risolvere problemi in autonomia. In altre parole, le macchine devono diventare uguali a noi non solo esternamente, ma anche internamente.

Per completare il viaggio verso l’IA Forte, cioè l’intelligenza artificiale che sappia ragionare e risolvere problemi in autonomia, è necessario che le macchine siano in grado di comprendere il contesto in cui operano e di apprendere continuamente dall’esperienza. Ciò richiede un livello di intelligenza artificiale che superi quello attuale, che si basa principalmente sull’apprendimento automatico o machine learning.

Un’IA Forte dovrebbe essere in grado di comprendere il significato delle parole e delle frasi in un contesto più ampio, di svolgere attività di ragionamento, di prendere decisioni autonome, e di adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente circostante. Ciò richiede l’integrazione di diverse tecnologie, come la rappresentazione della conoscenza, la ragionamento simbolico, l’elaborazione del linguaggio naturale, la visione artificiale, la pianificazione e la decisione.

Nonostante la promessa dell’IA Forte, ci sono anche preoccupazioni riguardo alla sua evoluzione. Alcuni esperti temono che un’intelligenza artificiale troppo avanzata possa rappresentare una minaccia per l’umanità, se non regolata correttamente. Ad esempio, un’IA Forte potrebbe raggiungere un livello di autonomia tale da prendere decisioni autonome che potrebbero essere in contrasto con gli interessi umani.

Per evitare queste possibili minacce, gli esperti stanno lavorando per sviluppare sistemi di intelligenza artificiale che siano sicuri e affidabili, con meccanismi di controllo e di regolamentazione che ne garantiscano un uso responsabile e sicuro.

In sintesi, la teoria dell’Uncanny Valley ci ricorda che l’evoluzione dell’intelligenza artificiale è un processo complesso che richiede l’integrazione di diverse tecnologie, e che può suscitare reazioni emotive ambivalenti nella società. Allo stesso tempo, la promessa dell’IA Forte rappresenta una grande opportunità per migliorare la qualità della vita umana, ma richiede anche attenzione e cautela per evitare possibili minacce alla sicurezza e alla stabilità del nostro mondo.

Di Fantasy