Nel VII secolo avanti Cristo, Assurbanipal, sovrano assiro colto, creò una biblioteca reale contenente decine di migliaia di tavolette d’argilla scritte in accadico cuneiforme, principalmente testi letterari. Molte tavolette presentano fori sulle due facce e sui bordi, il cui significato è ancora sconosciuto.
Per scoprirne la ragione, l’assiriologa Paola Corò dell’Università Ca’ Foscari Venezia, in collaborazione con esperti di intelligenza artificiale e decine di studenti, ha digitalizzato le 30mila tavolette conservate presso “The Library of Ashurbanipal” del British Museum di Londra.
Il team di ricerca del progetto Liber ha coinvolto studenti in attività di ricerca e didattica, condotte a distanza durante il lockdown. Il progetto, finanziato dall’Università Ca’ Foscari Venezia e il Centre for Cultural Heritage Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologia, ha permesso di etichettare circa duemila tavolette e di estrarre dati per alimentare un algoritmo che dovrebbe riconoscere i fori e classificare insiemi di tavolette. Ciò potrebbe portare a nuove scoperte sulle pratiche di gestione della biblioteca e sulla comprensione di questi antichi testi in cuneiforme.
Una teoria passata sosteneva che i fori servissero a proteggere le tavolette durante il processo di cottura. In realtà, le tavolette non venivano cotte ai tempi della biblioteca, ma furono cotte dall’incendio della biblioteca durante la distruzione di Ninive del 612 a.C. Questo evento permise la conservazione e il ritrovamento delle tavolette dall’archeologo Austen Henry Layard nell’Ottocento.