Uno studio condotto da Harvard ha rivelato che l’adozione dell’intelligenza artificiale generativa ha portato notevoli benefici ai consulenti del Boston Consulting Group (BCG), migliorando l’efficienza e la qualità delle loro attività. In particolare, l’utilizzo di questa tecnologia ha permesso ai consulenti di svolgere compiti più frequentemente, in meno tempo e con risultati di maggiore qualità rispetto a coloro che non ne facevano uso.
Lo studio, condotto da un team di data scientist e ricercatori provenienti da Harvard, Wharton e MIT, rappresenta il primo studio di ampio respiro sull’applicazione concreta dell’intelligenza artificiale generativa all’interno di un’organizzazione, dopo il lancio pubblico di ChatGPT nel novembre 2022. Gli esperti hanno utilizzato GPT-4, uno dei modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) più avanzati, per condurre l’esperimento.
I risultati dello studio hanno notevoli implicazioni per l’adozione dell’intelligenza artificiale nelle aziende. È emerso che l’intelligenza artificiale può migliorare significativamente le prestazioni dei consulenti, anche quelli altamente qualificati provenienti da istituti di élite. In media, i consulenti che hanno utilizzato l’intelligenza artificiale hanno registrato un aumento del 40% delle prestazioni.
Uno dei dati interessanti evidenziati dallo studio è che l’intelligenza artificiale tende a livellare le abilità dei consulenti. Coloro che avevano prestazioni più basse hanno ottenuto i maggiori benefici dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale, con un incremento prestazionale del 43%. Tuttavia, anche i consulenti più competenti hanno registrato miglioramenti, sebbene meno significativi.
Nonostante i risultati positivi, lo studio ha anche sottolineato alcune sfide importanti nell’implementazione dell’intelligenza artificiale. È emerso che esiste una “frontiera tecnologica frastagliata”, una linea sottile che separa i compiti adatti all’intelligenza artificiale da quelli che richiedono competenze umane. Questa frontiera è in costante evoluzione, poiché le capacità dell’intelligenza artificiale migliorano nel tempo.
Inoltre, lo studio ha identificato due modelli emergenti di utilizzo dell’intelligenza artificiale tra i consulenti: i “Centauri” e i “Cyborg”. I Centauri sono consulenti che sfruttano entrambe le risorse, umane e artificiali, in modo complementare, assegnando compiti in base alle loro specifiche competenze. D’altra parte, i Cyborg tendono a mescolare l’intelligenza artificiale con il lavoro umano in molti compiti.
Inoltre, l’uso dell’intelligenza artificiale ha mostrato il potenziale per omogeneizzare le idee prodotte dai consulenti. Sebbene le idee fossero di alta qualità, presentavano meno variabilità rispetto a quelle generate dai consulenti senza l’ausilio dell’intelligenza artificiale.
Il rapporto ha quindi suggerito alle aziende di considerare l’implementazione di una varietà di modelli di intelligenza artificiale e di bilanciare l’uso di intelligenza artificiale e competenze umane per evitare l’omogeneizzazione delle idee. Questa decisione dovrebbe essere basata sulla priorità dell’azienda e sulla necessità di risultati medi elevati o di innovazione.
In conclusione, l’intelligenza artificiale generativa rappresenta un potente alleato per migliorare le prestazioni aziendali, ma richiede una valutazione oculata e un equilibrio tra l’uso dell’IA e le competenze umane per massimizzare il suo impatto.