La rivista accademica Nature ha incluso “ChatGPT” nell’elenco degli “Argomenti Scientifici dell’Anno”, segnando un momento senza precedenti in cui un ente non umano è stato onorato in questo modo.
Il 13 (fuso orario locale), Nature ha ospitato una conversazione con ChatGPT nell’ambito di “Nature 10”, una selezione annuale che mette in luce i principali progressi scientifici dell’anno e gli scienziati di spicco che hanno contribuito a porre l’attenzione su questioni cruciali.
Va sottolineato che Nature 10 esiste da ormai una decade e non rappresenta né un premio né una classifica. Questa selezione è curata dagli editori di Nature e mira a evidenziare le storie scientifiche più rilevanti dell’anno.
Tra i dieci individui selezionati quest’anno figurano personalità come Kalpana Kalahasti, l’ingegnere che ha guidato il team indiano durante l’atterraggio sulla Luna, e Marina Silva, ex ministro dell’Ambiente del Brasile, celebre per aver combattuto la deforestazione in Amazzonia.
Nel contesto dell’intelligenza artificiale (IA), Ilya Sutskever, un ricercatore senior che ha guidato lo sviluppo di ChatGPT presso OpenAI, è stato l’unico rappresentante. Va notato che Sutskever è stato anche coinvolto nella recente espulsione di Sam Altman da OpenAI, rendendo questa scelta una riconoscenza collettiva per tutti gli sviluppatori dell’azienda.
Nature ha spiegato l’inserimento di ChatGPT tra i dieci migliori, dichiarando: “Lo abbiamo incluso per riconoscere il ruolo che l’intelligenza artificiale, progettata per emulare il linguaggio umano, svolge nello sviluppo e nell’avanzamento della scienza”.
Nel dettagliato profilo, Nature ha sottolineato come ChatGPT e altri programmi di IA generativa stiano trasformando il modo in cui gli scienziati lavorano, aprendo il dibattito su limiti, natura e regolamentazione dell’interazione tra intelligenza artificiale e intelligenza umana. La rivista ha evidenziato l’emergere di ChatGPT, i suoi benefici e le sfide che comporta, oltre a delineare le tendenze globali nell’ambito dell’IA generativa. In particolare, è stata messa in luce la capacità dell’IA di generare composti inorganici e proteine, con un impatto diretto sul progresso scientifico.
In conclusione, Nature ha sottolineato che “nessuno sa quanto si possa ottenere da un sistema come ChatGPT” e ha suggerito che le potenzialità potrebbero essere limitate dalla potenza di calcolo e dalla disponibilità di nuovi dati di addestramento. Tuttavia, ha concluso con un’affermazione audace: “La rivoluzione nell’IA generativa è già iniziata e non si può più tornare indietro”.