Mercoledì scorso, Anthropic, startup di intelligenza artificiale generativa, ha difeso in tribunale la legittimità del suo uso dei testi musicali, respingendo le accuse di violazione del copyright mosse da editori musicali come Concord, Universal e ABKCO. Questi ultimi hanno intentato una causa nell’autunno del 2023, sostenendo che Anthropic ha usato illegalmente i testi delle canzoni per addestrare il suo chatbot, Claude.
Anthropic ha risposto affermando che l’uso dei testi è “trasformativo”, aggiungendo valore e carattere diverso alle opere originali. Jared Kaplan, direttore della ricerca di Anthropic, ha spiegato che l’obiettivo è insegnare a una rete neurale il funzionamento del linguaggio umano. L’azienda sostiene inoltre che i testi musicali rappresentano solo una piccola parte dei dati utilizzati per l’addestramento e che ottenere le licenze necessarie sarebbe impraticabile.
Anthropic ha anche contestato la giurisdizione del tribunale del Tennessee, sostenendo di non avere legami commerciali significativi con lo stato e che nessuna delle presunte condotte illecite è avvenuta lì. La società ha affermato di avere implementato nuove misure tecniche per prevenire la riproduzione non autorizzata dei testi musicali.
La questione del copyright nel settore dell’intelligenza artificiale generativa si sta intensificando, con cause legali in aumento anche contro altre aziende come OpenAI. Un gruppo no-profit, “Fairly Trained”, supportato da editori come Concord e Universal Music Group, sta promuovendo una certificazione per i dati utilizzati nell’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale.
Le aziende di intelligenza artificiale si stanno coalizzando attorno a difese basate sul fair use e sul danno, cercando di stabilire un equilibrio tra progresso tecnologico e diritti dei titolari di copyright. Finora, in questo tipo di cause legali, nessun querelante è riuscito a ottenere un’ingiunzione preliminare, e Anthropic spera di mantenere questo precedente.