Negli Stati Uniti, c’è un’accesa competizione tra le grandi aziende tecnologiche per acquisire Character.AI, dopo l’acquisizione virtuale di Inflection da parte di Microsoft e il reclutamento chiave di Adept da parte di Amazon. Secondo fonti informate, anche Google si è aggiunta alla battaglia per attrarre Character.AI, dopo xAI e Meta.
The Information ha riportato che Character.AI stava discutendo di una possibile partnership con Google. Tra i temi trattati, vi è la possibilità di collaborare su progetti di ricerca con l’oftalmologia, oltre alla speculazione su un’eventuale fusione tra le due società. Si dice che Google abbia ripreso lo sviluppo del chatbot Persona, mirato alla generazione MZ.
La competizione è intensa nel campo dell’intelligenza artificiale generale (AGI), con le grandi aziende che lottano per attirare talenti di alto livello. Negli ultimi anni, le Big Tech hanno offerto salari elevati per attrarre questi talenti, causando un significativo turnover di personale in aziende come Google, Meta e Open AI.
Fondata nel 2021 da Noam Shazier, noto per il suo lavoro su “Transformer” di Google e il chatbot “Lambda”, Character.AI è diventata famosa per il suo esclusivo chatbot Persona. Tuttavia, l’azienda sta affrontando la pressione della concorrenza da parte di giganti come Meta e Google, con segnali di rallentamento della crescita degli utenti e sfide nel garantire investimenti successivi dopo un finanziamento iniziale di 150 milioni di dollari lo scorso marzo.
Nel maggio di quest’anno, il numero di visitatori di Character.AI è sceso a 12,6 milioni rispetto ai 14,8 milioni dell’anno precedente, nonostante l’introduzione di nuove funzionalità come le chiamate vocali. Questo contesto ha spinto molte startup simili a considerare l’assorbimento da parte delle grandi aziende tecnologiche, come visto con Inflection AI e Adept.
Anche se sono circolate voci di un’acquisizione imminente da parte di Google, Character.AI continua a negare queste speculazioni, basandosi sulla sua ampia base di utenti e sull’entusiasmo attorno al chatbot Persona, visto come un possibile “servizio killer” della prossima generazione.