Nella biologia computazionale, l’introduzione di Evo 2 rappresenta una svolta epocale. Questo avanzato modello di intelligenza artificiale è stato sviluppato attraverso la collaborazione tra l’Arc Institute, l’Università di Stanford e l’azienda tecnologica Nvidia. Addestrato su una vasta mole di dati genomici, Evo 2 è in grado di scrivere interi cromosomi e piccoli genomi da zero, oltre a decifrare il DNA esistente, inclusi i tratti non codificanti spesso associati a malattie ma difficili da interpretare.
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La formazione di Evo 2 ha coinvolto l’analisi di oltre 9,3 trilioni di nucleotidi estratti da 128.000 genomi, coprendo una vasta gamma di organismi, dagli esseri umani ai batteri unicellulari. Questa mole di dati lo pone alla pari, in termini di scala, con i più potenti modelli generativi di linguaggio. L’obiettivo principale di Evo 2 è riconoscere schemi genetici che richiederebbero anni di ricerca sperimentale, identificare mutazioni legate a malattie e persino progettare nuovi genomi, lunghi quanto quelli di batteri semplici.
Una delle principali sfide per l’AI applicata alla biologia è la complessità dei genomi eucarioti, che contengono regioni codificanti e non codificanti intrecciate tra loro, oltre a elementi regolatori situati anche a milioni di basi di distanza dai geni controllati. Evo 2 è stato progettato proprio per riconoscere e interpretare schemi nel DNA su una scala senza precedenti.
Per dimostrare l’efficacia di Evo 2, il team di ricerca ha testato il modello sul gene Brca1, noto per la sua associazione con il tumore al seno. Evo 2 si è rivelato capace di prevedere l’impatto delle mutazioni con un’accuratezza paragonabile ai migliori strumenti AI per la biologia. Questo risultato apre nuove prospettive nella diagnosi e nella terapia delle malattie genetiche.
La disponibilità open source del codice di Evo 2, accessibile su piattaforme come GitHub e integrato nel framework Nvidia BioNeMo, facilita la condivisione e l’ulteriore sviluppo da parte della comunità scientifica. Questa apertura potrebbe accelerare la ricerca in ambito genetico e promuovere innovazioni in settori come la medicina personalizzata e la biologia sintetica.
Tuttavia, l’accessibilità di una tecnologia così potente solleva interrogativi etici. La capacità di progettare o modificare sequenze genetiche potrebbe essere sfruttata in modo improprio, ad esempio in ambiti come l’eugenetica o applicazioni militari della biologia sintetica. Pertanto, è essenziale che la comunità scientifica e le autorità regolatorie monitorino attentamente gli sviluppi e promuovano un uso responsabile di Evo 2.