Recentemente, l’Unione Europea ha annunciato un impegno significativo nel settore dell’intelligenza artificiale (IA), suscitando entusiasmo e aspettative tra gli stakeholder del settore. Tuttavia, un’analisi più approfondita delle cifre e delle fonti di finanziamento rivela una realtà più complessa rispetto a quanto inizialmente percepito.
Durante il recente vertice sull’IA a Parigi, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato l’iniziativa InvestAI, un piano ambizioso volto a mobilitare 200 miliardi di euro nel settore dell’intelligenza artificiale. Di questi, 20 miliardi di euro sono destinati alla creazione di gigafactory per l’IA, strutture su larga scala progettate per l’addestramento di modelli avanzati e dotate di potenza computazionale all’avanguardia. Questa iniziativa mira a democratizzare l’innovazione nel campo dell’IA in tutta Europa, garantendo che anche le piccole e medie imprese possano accedere a risorse di calcolo ad alte prestazioni.
Tuttavia, un’analisi più dettagliata delle fonti di finanziamento solleva alcune questioni. Secondo quanto riportato da Euractiv Italia, i 10 miliardi di euro promessi per l’IA pubblica derivano da fondi precedentemente stanziati, non interamente pubblici e non specificamente destinati all’IA. Questo suggerisce che una parte significativa dei fondi annunciati potrebbe provenire da investimenti privati o da programmi già esistenti, riducendo l’effetto di novità dell’annuncio.
L’Italia, con il suo ecosistema in crescita nel settore dell’IA, potrebbe trarre vantaggio dall’iniziativa InvestAI. L’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale (AI4I), con sede a Torino, è riconosciuto come un asset strategico sia a livello nazionale che europeo. Come principale destinatario dei fondi InvestAI in Italia, l’AI4I giocherà un ruolo fondamentale nell’implementazione degli investimenti, promuovendo l’innovazione in settori come la manifattura, la sanità e l’aerospazio.