Un uomo paralizzato è riuscito a controllare un braccio robotico per sette mesi consecutivi grazie a un’interfaccia cervello-computer (BCI) avanzata che sfrutta l’intelligenza artificiale (IA). Questo risultato rappresenta un significativo passo avanti nel campo delle neurotecnologie e delle protesi robotiche. ​

La BCI utilizzata in questo caso si basa su un modello di IA capace di adattarsi ai piccoli cambiamenti che avvengono nel cervello quando una persona immagina di compiere un movimento. Questo approccio ha permesso al sistema di funzionare per un periodo prolungato senza necessità di continue regolazioni, superando le limitazioni dei dispositivi precedenti che operavano solo per uno o due giorni. ​

Il paziente, paralizzato a causa di un ictus, non poteva muoversi né parlare. I ricercatori hanno impiantato piccoli sensori sulla superficie del suo cervello per rilevare l’attività neurale quando immaginava di muoversi. Grazie a questo sistema, il paziente ha imparato a controllare un braccio e una mano robotici, riuscendo ad afferrare blocchi, ruotarli e spostarli. È stato persino in grado di aprire un armadietto, estrarre una tazza e avvicinarla a un distributore d’acqua, il tutto per un periodo di sette mesi. ​

Questo successo apre nuove prospettive per l’utilizzo delle BCI nel migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità motorie. La capacità di controllare dispositivi esterni tramite l’attività cerebrale offre la possibilità di recuperare funzioni perdute e di aumentare l’autonomia personale. La combinazione di IA e neurotecnologie rappresenta una frontiera promettente per lo sviluppo di soluzioni assistive sempre più efficaci e personalizzate.

Di Fantasy