Le sfide della ricerca giuridica tradizionale, spesso caratterizzata da processi manuali e tempi di attesa prolungati, trovano oggi un alleato potente nell’intelligenza artificiale. Recentemente, il gruppo Wolters Kluwer ha presentato a Milano la propria soluzione AI One, una piattaforma che unisce capacità generative e analisi predittiva per rendere la ricerca legale più veloce, precisa e mirata rispetto a quanto offerto dai metodi tradizionali.
Questo nuovo strumento integra l’elaborazione del linguaggio naturale (NLP) con un database di contenuti autorevoli, promettendo di alleggerire il carico di lavoro ripetitivo e consentire agli avvocati di concentrarsi sulle questioni strategiche più complesse.
Wolters Kluwer, leader mondiale nei servizi informativi e software per professionisti, ha battezzato la piattaforma “One AI” e l’ha inserita all’interno del database One Legale, garantendo l’accesso istantaneo a fonti normative aggiornate e a pareri legali elaborati da esperti del settore.
Giulietta Lemmi, CEO di Wolters Kluwer Italia, ha sottolineato come “l’approccio di Wolters Kluwer all’innovazione combini tecnologia avanzata con contenuti affidabili su cui i nostri clienti possono contare”.
Grazie a One AI, i professionisti potranno porre interrogativi in linguaggio naturale e ottenere in tempo reale bozze di pareri, note a margine e riferimenti precisi alle fonti ufficiali, riducendo drasticamente i tempi di ricerca e aumentando l’accuratezza delle risposte.
Un aspetto distintivo di One AI è l’integrazione di giurimetria, ovvero l’applicazione di modelli predittivi basati su AI all’analisi della giurisprudenza. Questa componente consente agli utenti di visualizzare proiezioni sull’esito di casi simili, individuando le tendenze delle decisioni giudiziarie e offrendo una guida sulle possibili strategie da adottare.
In un settore in cui le sentenze possono variare significativamente a seconda del tribunale o della giurisdizione, disporre di uno strumento in grado di sintetizzare grandi volumi di dati giudiziari e di predire risultati con un alto grado di affidabilità rappresenta un salto di qualità per studi legali e società di consulenza.
Tuttavia, Wolters Kluwer non è l’unico attore a scommettere sull’AI per la ricerca legale. Aziende come Thomson Reuters hanno lanciato CoCounsel, un assistente basato su GenAI progettato per interfacciarsi con prodotti quali Westlaw Precision e Document Intelligence, offrendo risposte sintetizzate a interrogativi complessi.
Anche LexisNexis ha recentemente presentato un proprio assistente generativo, confermando l’inizio di una “battaglia” tra i principali fornitori di servizi giuridici per conquistare gli studi legali con soluzioni sempre più sofisticate. Secondo una recente indagine Thomson Reuters, il 26 % delle organizzazioni legali utilizza già attivamente strumenti di GenAI, con una previsione che entro i prossimi cinque anni almeno il 78 % dei professionisti considererà l’AI centrale per il proprio workflow.
Anche sul fronte degli investimenti, le grandi aziende del settore puntano forte sull’AI. Thomson Reuters ha infatti incrementato la spesa destinata all’AI e al machine learning, superando nel 2024 i 200 milioni di dollari investiti in ricerca e sviluppo, rispetto ai 100 milioni dell’anno precedente.
Parallelamente, l’acquisizione di startup specializzate in modelli linguistici legali – come Safe Sign Technologies – testimonia la volontà di rafforzare la propria offerta con tecnologie proprietarie in grado di garantire prestazioni elevate e una perfetta integrazione nei sistemi esistenti.
Guardando al futuro, Wolters Kluwer prevede di estendere One AI entro la fine dell’anno anche ai database fiscali e del lavoro (One Fiscale e One Lavoro), ampliando così i benefici dell’intelligenza artificiale a un numero ancora più ampio di professionisti e consulenti.
Questa strategia riflette una visione che non considera l’AI come semplice “strumento”, ma come un partner collaborativo capace di evolversi con l’esperienza degli utenti, imparando a comprendere meglio il linguaggio giuridico e adattandosi agli specifici contesti professionali.
Nonostante l’entusiasmo, è importante ricordare che l’adozione dell’AI in ambito legale richiede un approccio responsabile: la qualità dei dati, la trasparenza degli algoritmi e la tutela della privacy restano aspetti critici da gestire con rigore. Agenzie di regolamentazione e associazioni professionali stanno già lavorando per definire linee guida volte a garantire che le soluzioni AI operino in modo etico e conforme alle normative vigenti, evitando rischi di bias e salvaguardando il segreto professionale.