Nella crescente tensione tra privacy digitale e obblighi legali, OpenAI si trova a fronteggiare una sfida significativa: un ordine del tribunale che impone la conservazione indefinita delle conversazioni di ChatGPT, comprese quelle temporanee o eliminate dagli utenti. Questa decisione, emessa il 13 maggio 2025 dal giudice federale Ona T. Wang, è parte di una causa in corso intentata dal New York Times contro OpenAI e Microsoft, accusando l’uso non autorizzato dei propri contenuti per l’addestramento dei modelli linguistici.

Fino a metà maggio, gli utenti di ChatGPT erano rassicurati dalla possibilità di eliminare manualmente le proprie conversazioni o di utilizzare la modalità “chat temporanea”, che prometteva di cancellare automaticamente i dati una volta chiusa la sessione. Tuttavia, con l’ordine del tribunale, OpenAI è stata costretta a sospendere queste funzionalità, conservando tutte le conversazioni, indipendentemente dalle preferenze degli utenti. La decisione ha suscitato preoccupazioni tra gli utenti, come evidenziato da commenti sui social media che esprimevano sorpresa e disappunto per la mancata cancellazione dei dati.

Sam Altman, CEO di OpenAI, ha espresso pubblicamente il suo disappunto per l’ordine del tribunale, definendolo un “precedente inappropriato” che compromette la privacy degli utenti. In un post sui social media, Altman ha dichiarato: “Combatteremo qualsiasi richiesta che comprometta la privacy dei nostri utenti; questo è un principio fondamentale”. Inoltre, ha sollevato la questione del “privilegio dell’IA”, suggerendo la necessità di un quadro legale che protegga le conversazioni con l’intelligenza artificiale, analogamente al privilegio legale esistente per le comunicazioni con avvocati o medici.

L’ordine del tribunale riguarda gli utenti dei piani ChatGPT Free, Plus, Pro e Team, nonché i clienti API privi di un accordo di Zero Data Retention (ZDR). Tuttavia, gli utenti di ChatGPT Enterprise ed EDU, nonché i clienti API con accordi ZDR, non sono soggetti a questa conservazione obbligatoria. OpenAI ha sottolineato che i dati conservati sono segregati e accessibili solo a un ristretto gruppo di personale legale e di sicurezza per scopi legali, e non saranno condivisi con il New York Times o altre entità esterne.

OpenAI ha presentato una richiesta formale al tribunale per annullare l’ordine di conservazione, sostenendo che la conservazione di miliardi di conversazioni non è necessaria né proporzionata alla causa in corso. Il giudice Wang ha indicato che l’ordine è temporaneo e ha chiesto alle parti di sviluppare un piano di campionamento per testare se i dati eliminati differiscano sostanzialmente da quelli conservati. Questo sviluppo solleva interrogativi più ampi sulla gestione dei dati nell’era dell’intelligenza artificiale e sulla necessità di un equilibrio tra privacy individuale e requisiti legali.

Di Fantasy