Google ha lanciato una nuova funzionalità nell’app Gemini, che consente agli utenti di trasformare una semplice fotografia in un breve video di otto secondi, completo di audio. Questa innovazione è resa possibile grazie al modello di intelligenza artificiale Veo 3, sviluppato da Google DeepMind, che ora è integrato direttamente in Gemini e nella suite Flow, precedentemente riservata ai professionisti del settore cinematografico.
Per utilizzare questa funzione, gli utenti devono selezionare l’opzione “Video” nel menu degli strumenti di Gemini, caricare una foto e fornire una descrizione testuale della scena desiderata, specificando anche eventuali effetti sonori o dialoghi. Il sistema genera quindi un video in formato MP4 a 720p, completo di suoni ambientali, dialoghi e rumori di sottofondo, sincronizzati con le immagini. I video risultanti sono dotati di un watermark visibile con la scritta “Veo” e di un watermark digitale invisibile chiamato SynthID, sviluppato da Google per identificare i contenuti generati dall’IA.
Attualmente, questa funzionalità è disponibile per gli utenti abbonati ai piani Google AI Pro e Ultra in oltre 150 paesi. È possibile accedere alla funzione tramite l’app web di Gemini, con un rollout previsto anche per le versioni mobili nel corso della settimana. Inoltre, Flow, la piattaforma di filmmaking di Google, è stata estesa a 75 nuovi paesi, offrendo agli utenti ulteriori strumenti per la creazione di contenuti video.
Questa nuova capacità di generare video a partire da una singola immagine apre nuove possibilità creative, consentendo agli utenti di animare oggetti quotidiani, dare vita a dipinti o aggiungere movimento a paesaggi naturali. La funzionalità è stata accolta positivamente da creatori di contenuti e professionisti del settore, che vedono in essa uno strumento potente per la produzione di video in modo rapido ed efficiente.
Tuttavia, l’introduzione di questa tecnologia solleva anche interrogativi etici riguardo all’uso dei contenuti generati dall’IA, alla protezione dei diritti d’autore e al potenziale abuso nella creazione di deepfake. Google ha dichiarato di aver implementato misure di sicurezza per prevenire l’uso improprio della funzione, inclusi filtri per contenuti espliciti e politiche contro la disinformazione.