Siamo immersi nella Quarta Rivoluzione Industriale, un’epoca in cui l’intelligenza artificiale fa da propulsore e acceleratore della trasformazione. Ma questa rivoluzione non è solo tecnologica: è profondamente umana. Il nuovo “AI Crisis Playbook”, proposto da Vlad Drazdovich di Red Banyan su Unite.AI, ci guida attraverso un cambio di paradigma per le organizzazioni che vogliono sopravvivere e prosperare in un mondo rapidissimo e incerto.
Secondo un recente report del World Economic Forum, entro il 2027 l’IA e l’automazione potrebbero causare la perdita di 83 milioni di posti di lavoro, mentre ne sorgerebbero 69 milioni. In termini netti, una riduzione di ben 14 milioni di occupati. È una sfida epocale: chi non si prepara rischia di rimanere travolto.
In questo contesto, la comunicazione non è più accessoria ma elemento chiave della strategia aziendale. I leader che sapranno raccontare il cambiamento, coinvolgere e rassicurare il proprio team, clienti e stakeholder, saranno quelli in grado di governare la transizione e resistere all’onda del cambiamento.
Uno dei passi più urgenti è capire quanto dell’attività umana potrà essere automatizzata. I dati di McKinsey indicano che fino al 30 % delle attività svolte oggi da persone potrebbe essere automatizzato entro il 2030. Questo non è solo un rischio, ma anche l’occasione di ripensare l’organizzazione del lavoro. A questo proposito, Drazdovich invita le aziende a porsi domande concrete:
- Quali ruoli nel nostro organico sono più a rischio?
- Se un terzo delle attività fossero automatizzate domani, qual è il nostro piano di riqualificazione nei successivi 90 giorni?
- Abbiamo già pronto un “AI change comms kit” per comunicare internamente ed esternamente?
- Chi ha l’autorità di prendere decisioni rapide sull’adozione dell’IA?
- I nostri manager intermedi hanno ricevuto formazione sull’alfabetizzazione digitale e la comunicazione in situazioni di crisi?
Subito emerge una priorità assoluta: non basta adottare l’IA. Bisogna chiamarla in causa con consapevolezza e coerenza, mettendo al centro le persone, non i processi. Offrire strumenti, formazione e supporto è fondamentale per evitare che l’automazione diventi alienazione. Chi accetta di essere protagonista del cambiamento – e non vittima – è già a metà strada per il successo.
Il playbook di Drazdovich non vede nell’IA il nemico delle persone, ma un alleato da governare con intelligenza. Automatizzare alcune attività può liberare tempo per compiti più creativi, strategici e umani: in fin dei conti, l’IA rivoluziona il come, non necessariamente il chi.
Riassumendo: per navigare con equilibrio nella Quarta Rivoluzione Industriale, le aziende devono mappare la disruption, preparare i team al cambiamento, comunicare con trasparenza e attrezzarsi per decidere in fretta. Educare, riqualificare, responsabilizzare: questo è il mantra per uscire dall’incertezza come vincitori.