In un mondo dove il confine tra tecnologia e consapevolezza umana si fa sempre più sottile, l’app di meditazione in realtà estesa MUA si staglia come un esempio magnetico di come l’innovazione possa abbracciare lo spirito. Il 19 agosto 2025, NP — guidata dai suoi due ideatori, il CEO Seung-eop Baek e Ji-hoon Choi — ha annunciato che MUA è stata insignita del prestigioso riconoscimento Good Design Awards 2025 nella categoria del design industriale (GD), un traguardo che parla di visione, di emozione e di uno sguardo sul domani della tecnologia meditativa.
MUA non è una semplice app: è una porta aperta verso il flusso emotivo dell’utente, progettata con cura per portare l’esperienza meditativa lontano dal tradizionale e catapultarla in una dimensione immersiva. Nata da una collaborazione con il Meditation Science Research Institute del KAIST (Korea Advanced Institute of Science and Technology), l’app è frutto di un dialogo calibrato tra psicologia, tecnologia e arte, tessuto nell’intimità dell’esperienza interiore.
Il riconoscimento di Good Design Awards arriva «in virtù del design altamente apprezzato dell’esperienza utente (UX) emozionale, che combina in modo organico tecnologia, psicologia e arte». È un elogio a una progettazione che non si limita a incantare con la forma, ma offre un percorso intuitivo cui lasciarsi andare, seguendo il flusso delle proprie emozioni. Come ha sottolineato Baek Seung-eop, «MUA è un progetto che ha ideato un’esperienza di meditazione in cui chiunque può immergersi comodamente attraverso un’esperienza utente intuitiva che segue il flusso delle emozioni», parole che scolpiscono un ideale in cui l’accessibilità e la profondità convivono armoniosamente.
Il premio, per NP, è molto più di una medaglia: è la conferma di una filosofia progettuale, di un approccio tecnologico attento al cuore delle persone. Non si tratta di mostrare innovazione fine a se stessa, ma di creare un’esperienza che sappia parlare con l’anima, con sensibilità e consapevolezza. L’app diventa così specchio di un’intenzione più ampia: fare dell’XR uno spazio di contemplazione e non solo di spettacolo.
Per l’utente, MUA si presenta come un viaggio personale, dove bastano pochi gesti per entrare in contatto con sé stessi. La realtà estesa — che spesso evochiamo nella sfera del gioco, dell’intrattenimento o della produttività — qui assume un nuovo ruolo, quello di veicolo empatico. Ecco un’app che non ti coinvolge solo con la tecnologia, ma ti invita a rallentare, a osservarti, a respirare.
In un’epoca come la nostra, frenetica e iper-connessa, l’arrivo di uno strumento come MUA è quasi una gentile rivoluzione. Con il suo design premiato, ci ricorda che l’eccellenza non nasce solo dalla performance tecnica, ma dall’intenzione con cui una tecnologia accarezza l’umano.