Nel cuore della strategia europea per l’innovazione digitale, sta prendendo forma un progetto audace: costruire sul continente un sistema di “fabbriche dell’intelligenza artificiale”, hub nazionali che mettano insieme calcolo ad alte prestazioni, infrastrutture dati, competenze e formazione, per supportare lo sviluppo di applicazioni IA su larga scala. Il recente annuncio della selezione di sei nuovi siti per il network europeo delle AI Factory segna un passo decisivo in questa direzione, e apre scenari nuovi non solo per la ricerca, ma per imprese, pubbliche amministrazioni, startup, e l’intero ecosistema digitale.
Negli ultimi anni erano già stati scelti 13 luoghi sparsi in Europa che avrebbero costituito i primi poli di questa rete. Ora, con l’aggiunta di sei nuovi siti in Repubblica Ceca, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Romania e Spagna, il network sale a 19 hub. Grazie a un sostegno finanziario congiunto che supera i 500 milioni di euro — messo in campo da Unione Europea e Stati membri — queste nuove “fabbriche” dovrebbero iniziare a operare già nel prossimo anno, fungendo da catalizzatori per innovazione, ricerca e impiego dell’IA su scala nazionale e transnazionale.
L’idea è che ogni AI Factory non sia solo un centro hardware, ma un hub nazionale per l’innovazione: qui startup, PMI, centri di ricerca potranno accedere a infrastrutture HPC ottimizzate per l’intelligenza artificiale, acquisire e usare “dati pronti per IA” (AI-ready), ricevere supporto tecnico, formazione e servizi avanzati. In altre parole, non soltanto calcolo “bruto”, ma un’offerta completa per progettare, sperimentare e mettere in produzione modelli intelligenti, riducendo le barriere di ingresso all’IA per realtà che non potrebbero da sole investire in simili tecnologie.
È importante cogliere il disegno strategico: l’Europa intende rafforzare la propria sovranità digitale, ossia non dipendere da soggetti esterni per le componenti fondamentali dell’IA — hardware, algoritmi, infrastrutture. Attraverso queste AI Factory, si vuole promuovere un’armonizzazione tra ricerca europea, capacità industriale e applicazioni pratiche che rispondano ai bisogni reali di salute, energia, mobilità, agricoltura, ambiente. È una battaglia di visione: che l’IA non rimanga una nicchia tecnologica, ma diventi leva sostenibile per la competitività e l’autonomia del continente.
Guardando ai nuovi siti, ciascuno ha punti di forza e focus peculiari. In Repubblica Ceca, ad esempio, la Czech AI Factory (CZAI) verrà allestita in collegamento con un nuovo supercomputer ottimizzato per l’IA, integrando infrastrutture già esistenti e creando un polo che favorisca applicazioni locali e collaborazione con altri membri del network europeo. In Lituania, la LitAI Factory nascerà attorno al centro dati VDC3 a Vilnius, con l’obiettivo di trasformare le capacità HPC nazionali in un’infrastruttura AI competitiva, rivolta ai settori salute, industria intelligente e sicurezza. Nei Paesi Bassi, la NLAIF punta a fungere da ponte tra ricerca e applicazione su larga scala, in particolare per settori che trattano dati sensibili — sanità, agricoltura, sicurezza — garantendo che le infrastrutture rispettino regolamentazioni e privacy. In Polonia, la Gaia AI Factory si propone di supportare l’intero ciclo dell’IA — dallo sviluppo alla messa in uso — con un’attenzione anche agli ecosistemi di innovazione locali. In Romania, la RO AI Factory punterà a far uscire molte PMI dal ruolo di semplici utilizzatrici passive di tecnologie, rendendole co-protagoniste nell’adozione dell’IA con infrastrutture, dati e formazione. Infine, in Spagna, la 1HealthAI si concentra sul paradigma “One Health”, integrando salute umana, animale e ambiente tramite modelli IA sperimentali e piattaforme collaborative.
Ma non è tutto “computazione e infrastrutture”. Queste AI Factory dovranno lavorare in rete, scambiando dati, best practice, metodologie e competenze tra i vari hub nazionali, facilitando che ciò che si sperimenta in Lituania possa essere adottato o adattato in Romania, Polonia o oltre. In questo senso, la rete europea delle AI Factory diventa un organismo cooperante, non soltanto un insieme di poli isolati. Un’innovazione che si allarga: ogni sito rafforza gli altri, ogni esperienza diventa patrimonio condiviso.