Immagine AI

La grande interruzione di corrente che ha colpito San Francisco nel fine settimana ha trasformato una situazione già complessa in un banco di prova imprevisto per la guida autonoma. In poche ore, il blackout ha mandato in crisi non solo negozi, trasporti pubblici e abitazioni, ma anche uno dei simboli più avanzati della mobilità del futuro: i robotaxi senza conducente di Waymo. Le immagini delle vetture ferme in mezzo agli incroci, con i semafori spenti e le luci di emergenza accese, hanno fatto rapidamente il giro dei social network, riaccendendo il dibattito sui reali livelli di affidabilità e resilienza delle tecnologie di guida autonoma in condizioni estreme.

Secondo quanto riportato da Bloomberg, il blackout è iniziato alle 13:09 di sabato 20 e ha raggiunto il suo picco circa due ore più tardi, lasciando senza elettricità circa 130.000 famiglie. In un periodo particolarmente delicato come quello dello shopping natalizio, l’impatto sull’area centrale della città è stato significativo. A emergere in modo più evidente, però, è stato il comportamento dei veicoli di Waymo, la controllata di Google specializzata in mobilità autonoma, che ha finito per sospendere il servizio in tutta la Bay Area.

Durante il blackout, diversi SUV senza conducente sono rimasti bloccati sulla carreggiata, spesso in prossimità di incroci privi di segnaletica funzionante. In alcuni casi i veicoli si sono fermati nel mezzo della strada, generando congestioni e rallentamenti in zone già rese caotiche dall’assenza dei semafori. La scena, per molti cittadini, è apparsa paradossale: auto progettate per muoversi autonomamente in contesti urbani complessi incapaci di gestire una situazione che, dal punto di vista umano, è considerata straordinaria ma non imprevedibile.

A dare un volto concreto all’accaduto è il racconto dell’ingegnere di intelligenza artificiale Michele Riva, che si trovava a bordo di un veicolo Waymo proprio mentre la città restava al buio. Riva ha spiegato che l’auto ha continuato a muoversi su strade poco trafficate, ma si è improvvisamente fermata una volta raggiunto un incrocio importante senza semafori funzionanti. Con i pedoni che attraversavano liberamente e l’assenza di segnali chiari, il sistema sembrava non riuscire a prendere una decisione. Dopo aver tentato inutilmente di contattare l’assistenza clienti, rallentata dall’elevato numero di richieste, Riva ha scelto di scendere dall’auto e percorrere a piedi l’ultimo tratto fino a casa.

Pur definendo l’esperienza scomoda, Riva ha riconosciuto che la decisione di fermarsi probabilmente è stata presa mettendo la sicurezza al primo posto. Allo stesso tempo, ha espresso l’auspicio che in futuro sistemi di questo tipo siano meglio preparati a gestire emergenze su larga scala come un blackout urbano. Il giorno successivo, Waymo ha inviato notifiche agli utenti per informare della sospensione temporanea del servizio in almeno sette città, tra cui San Francisco. Un portavoce dell’azienda ha spiegato che la decisione è stata presa per garantire la sicurezza dei passeggeri e agevolare il lavoro dei soccorritori, sottolineando la collaborazione con le autorità locali per una rapida ripresa delle attività.

Sul fronte delle cause, la compagnia elettrica PG&E ha dichiarato che il blackout è stato provocato da un incendio in una sottostazione, che ha causato danni estesi. I lavori di ripristino sono iniziati già nella serata di sabato e, entro domenica mattina, l’elettricità era stata ripristinata in circa 110.000 abitazioni. Tuttavia, circa 21.000 famiglie, incluse alcune in aree urbane densamente popolate, sono rimaste senza corrente più a lungo, prolungando i disagi.

Non è stato chiarito ufficialmente il motivo tecnico per cui i veicoli Waymo si siano fermati. Gli esperti ipotizzano una combinazione di fattori, tra cui il malfunzionamento dei semafori, problemi di connettività dati wireless e possibili ritardi nel sistema di assistenza remota. I robotaxi Waymo sono progettati per inviare richieste di supporto al personale umano in caso di situazioni anomale e attendere istruzioni. In uno scenario di blackout diffuso, però, la riduzione della banda di comunicazione potrebbe aver rallentato o compromesso questo processo, portando i veicoli a scegliere l’opzione più conservativa, ovvero fermarsi.

Episodi simili non sono del tutto nuovi. In passato sono circolati online video che mostravano veicoli Waymo bloccati durante un’interruzione di corrente ad Austin, in Texas, nel 2023, causata da una tempesta invernale. Anche allora, un semaforo fuori servizio era stato sufficiente a mettere in difficoltà il sistema. Questi precedenti rafforzano l’idea che le infrastrutture urbane tradizionali, come la rete elettrica e la segnaletica stradale, restino un punto critico per l’affidabilità dei veicoli autonomi.

Nel dibattito si è inserito anche Elon Musk, CEO di Tesla, che su X ha dichiarato che i robotaxi Tesla non sarebbero stati colpiti dal blackout di San Francisco. Alcuni utenti hanno condiviso video di veicoli Tesla che percorrevano le stesse strade utilizzando la funzione Full Self-Driving. Tuttavia, il confronto resta parziale. A differenza di Waymo, Tesla non gestisce a San Francisco una flotta di robotaxi completamente senza conducente. Il suo servizio di ride-hailing richiede la presenza di un guidatore umano e, come ricordato dal Dipartimento dei Veicoli a Motore della California e dalla Commissione per i Servizi Pubblici della California, Tesla non dispone delle autorizzazioni necessarie per test o servizi commerciali di guida autonoma completa nella città.

Secondo diversi esperti, l’incidente di San Francisco evidenzia in modo chiaro i limiti attuali della tecnologia. Brian Reimer, ricercatore del Center for Transportation Studies del MIT, ha sottolineato che le interruzioni di corrente sono eventi del tutto prevedibili e che, almeno per ora, la mobilità autonoma richiede una combinazione di intelligenza artificiale e supervisione umana. A suo avviso, i robotaxi dovrebbero poter contare su sistemi di backup umani efficaci e su procedure chiare per evitare di diventare un ostacolo alla circolazione in situazioni di emergenza.

Reimer ha anche suggerito che gli enti regolatori dovrebbero valutare con attenzione la diffusione dei veicoli autonomi nelle proprie regioni, chiedendo agli sviluppatori di assumersi una maggiore responsabilità per i disagi causati da eventi come i blackout. In questo senso, l’episodio di San Francisco non rappresenta solo un incidente isolato, ma un segnale importante per l’intero settore. La guida autonoma continua a promettere un futuro più sicuro ed efficiente, ma eventi come questo mostrano quanto sia ancora fragile il legame tra algoritmi avanzati e infrastrutture reali, soprattutto quando queste ultime vengono meno.

Di Fantasy