Nel competitivo mondo delle Big Tech, ottenere un impiego presso aziende come Amazon, Meta o TikTok rappresenta una sfida ardua. I candidati sono sottoposti a rigorosi colloqui tecnici, spesso percepiti come barriere insormontabili. Roy Lee, uno studente del secondo anno alla Columbia University, ha deciso di affrontare questa sfida in modo innovativo, sviluppando un software basato sull’intelligenza artificiale per superare questi ostacoli.​

La preparazione per i colloqui tecnici richiede un impegno notevole, con ore dedicate alla risoluzione di problemi complessi di codifica. Lee ha descritto questa esperienza come una delle più frustranti della sua carriera accademica, affermando che aveva “ucciso la sua passione per la programmazione”. In risposta a questa frustrazione, ha investito 600 ore nello sviluppo di “Interview Coder”, un programma di intelligenza artificiale progettato per affrontare e risolvere le domande tipiche dei colloqui tecnici delle grandi aziende tecnologiche. ​

Per verificare l’efficacia del suo software, Lee ha organizzato colloqui con Amazon, Meta e TikTok, utilizzando Interview Coder per rispondere alle domande tecniche. Il programma ha superato con successo tutte le fasi dei colloqui, dimostrando la sua capacità di affrontare le sfide proposte. Tuttavia, Lee ha scelto di rifiutare le offerte di lavoro, sottolineando che l’obiettivo principale era evidenziare le carenze dei processi di selezione attuali. Ha dichiarato: “Il programma per ingannare le Big Tech è la prova che i lavori che stanno offrendo sono ormai obsoleti. È assurdo che i colloqui tecnici siano stati condotti in questo modo negli ultimi vent’anni”. ​

La reazione delle aziende coinvolte non si è fatta attendere. Amazon, in particolare, ha espresso preoccupazione per l’accaduto, annullando l’offerta fatta a Lee e sollecitando la Columbia University a intraprendere azioni disciplinari. In una comunicazione inviata all’università, Amazon ha affermato: “Siamo contrariati dal fatto che uno studente abbia ‘barato’ durante un colloquio tecnico… Ci preoccupa profondamente vedere situazioni come questa verificarsi”. ​

Di fronte a possibili provvedimenti disciplinari, Lee ha manifestato l’intenzione di abbandonare l’università, sostenendo che la preparazione per i colloqui tecnici gli aveva fatto perdere la passione per la programmazione. Ha criticato i processi di selezione delle Big Tech, affermando che spesso si concentrano su argomenti che raramente si presentano nel lavoro quotidiano, trasformando i colloqui in una sorta di “performance per dirigenti”. ​

La vicenda solleva interrogativi sulla validità e l’efficacia dei tradizionali colloqui tecnici nelle grandi aziende tecnologiche. Se un software può superare con successo queste valutazioni, è lecito chiedersi se i processi attuali siano realmente indicativi delle competenze e delle capacità dei candidati. Questo episodio potrebbe stimolare una revisione dei metodi di selezione, incoraggiando le aziende a sviluppare approcci più olistici e rappresentativi delle reali esigenze lavorative.

Di Fantasy