La depressione post-partum rappresenta una delle sfide più complesse nel campo della salute mentale materna. Colpisce una percentuale significativa di neomamme, manifestandosi con sintomi come tristezza profonda, ansia, insonnia e difficoltà nell’attaccamento al neonato. Tradizionalmente, la diagnosi avviene durante le visite post-parto, ma molti casi rimangono non rilevati, ritardando l’intervento terapeutico.
Recentemente, un gruppo di ricercatori del Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School ha sviluppato un modello di intelligenza artificiale (IA) in grado di prevedere il rischio di depressione post-partum già al momento della dimissione ospedaliera. Lo studio, pubblicato sull’American Journal of Psychiatry, si basa sull’analisi di dati provenienti da oltre 29.000 donne che hanno partorito negli Stati Uniti tra il 2017 e il 2022. Il modello ha mostrato una capacità predittiva significativa, identificando con precisione le donne a rischio elevato di sviluppare il disturbo.
Questa innovazione offre la possibilità di intervenire precocemente, implementando strategie preventive come terapie mirate e supporto psicologico tempestivo. Inoltre, l’uso dell’IA consente di superare le barriere legate alla disponibilità di risorse e alla stigmatizzazione della malattia mentale, offrendo un supporto più accessibile e personalizzato alle neomamme.