Recenti studi hanno sollevato preoccupazioni riguardo all’impatto dell’Intelligenza Artificiale (IA) sulle capacità cognitive umane, suggerendo che un affidamento eccessivo su queste tecnologie possa indebolire il pensiero critico. Una ricerca congiunta di Microsoft e dell’Università Carnegie Mellon, pubblicata il 10 febbraio 2025, ha esaminato come l’uso dell’IA sul posto di lavoro influenzi le competenze analitiche degli individui.

Lo studio ha coinvolto 319 professionisti che utilizzano regolarmente l’IA nelle loro attività lavorative. I partecipanti sono stati interrogati sulle modalità di impiego dell’IA, che sono state classificate in tre categorie principali:

  • Generazione di Contenuti: Attività come la redazione di e-mail o la creazione di documenti.
  • Ricerca e Sintesi: Attività comprendenti la ricerca di informazioni o la sintesi di articoli.
  • Consulenza e Analisi Dati: Richiesta di consigli o analisi di dati.

Successivamente, è stata valutata l’intensità dell’impegno cognitivo dei partecipanti durante l’interazione con l’IA.

I risultati hanno rivelato che il 36% dei partecipanti adotta un approccio critico nell’utilizzo dell’IA, verificando l’accuratezza delle risposte attraverso fonti esterne come YouTube o Wikipedia. Tuttavia, è emerso che molti utenti non comprendono appieno le limitazioni dell’IA. Coloro che ripongono una fiducia incondizionata nelle risposte fornite dall’IA tendono a ridurre l’impegno cognitivo, concentrandosi principalmente sulla verifica della correttezza delle informazioni fornite.

Gli autori dello studio avvertono che un affidamento eccessivo sull’IA potrebbe compromettere la capacità di analizzare e valutare criticamente le informazioni, essenziale per il pensiero critico. È fondamentale che gli utenti riconoscano le potenziali imprecisioni dell’IA e mantengano un approccio analitico nell’interazione con queste tecnologie.

Di Fantasy