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Quando si parla dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel mondo della biologia e delle scienze della vita, spesso si pensa a promesse future: sistemi che un giorno aiuteranno a scoprire nuovi farmaci, comprendere malattie complesse o svelare i misteri della genetica. Con l’annuncio della piattaforma “Claude for Life Sciences”, Anthropic ha però deciso di trasformare queste promesse in qualcosa di più concreto, mettendo a disposizione dei ricercatori uno strumento progettato per accompagnarli nell’intero processo di ricerca, dalla revisione di letteratura alla generazione di ipotesi, fino all’analisi dati, alla documentazione regolatoria e alla preparazione di report.

La piattaforma prende forma partendo dai modelli linguistici avanzati della serie Claude — in particolare l’ultima evoluzione nota come Claude Sonnet 4.5, che, stando ai benchmark forniti da Anthropic, mostra performance superiori nella comprensione dei protocolli di laboratorio rispetto sia alle versioni precedenti sia persino a un baseline umano. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: fare in modo che una porzione significativa della ricerca globale nelle scienze della vita possa essere gestita su Claude, così come oggi molti sviluppatori software utilizzano strumenti IA per generare codice.

Ciò che rende particolare questa offerta è il suo carattere integrazione con strumenti esistenti del mondo della ricerca. Anthropic ha annunciato connettori (connectors) e integrazioni con piattaforme consolidate come Benchling (gestione esperimenti e appunti di laboratorio), BioRender (illustrazioni scientifiche), 10x Genomics (analisi single-cell) e database come Synapse.org e PubMed. In pratica, la ricercatrice o il ricercatore non è costretto a lasciare il proprio workflow, ma può avvalersi dell’IA come partner che “entra” nei sistemi che già usa. Un esempio dimostrativo mostrato da Anthropic illustra come una ricercatrice importi dati da Benchling per confrontare due strategie pre-cliniche, generi automaticamente tabelle e un report regolatorio in pochi minuti — un processo che prima richiedeva giorni.

La conseguenza immediata dell’adozione di una piattaforma come Claude for Life Sciences è che alcune delle fasi più lente e laboriose della ricerca potrebbero essere accelerate in modo significativo. La lettura della letteratura biomedica, la generazione di ipotesi, l’elaborazione e l’analisi dei dati, la preparazione di documenti regolatori: tutte queste attività possono essere supportate — non completamente sostituite — da un modello IA intelligente, capace di dialogare in linguaggio naturale, di collegarsi ai sistemi, di recuperare dati, di produrre output strutturati. Come ha dichiarato Erik Kauderer-Abrams, responsabile Biologia e Scienze della Vita in Anthropic, «non ridurremo la durata di uno studio clinico di tre anni a un mese, ma possiamo migliorare le parti più inefficienti».

In un contesto come quello italiano oppure europeo, dove le risorse per la ricerca possono essere più limitate e l’efficienza diventa un fattore critico, strumenti che permettono di alleggerire la burocrazia, migliorare i tempi di analisi e agevolare l’accesso a dati complessi possono rappresentare un vantaggio competitivo reale. Tuttavia, la mera disponibilità dello strumento non basta: occorre che i laboratori, le università, gli enti di ricerca siano pronti a integrare l’IA nel proprio operato, che vi sia formazione, che siano affrontate le questioni etiche, di governance dei dati, di trasparenza delle analisi e dei risultati.

Di Fantasy