Il mondo dell’intelligenza artificiale generativa si trova al centro di un bivio dove il clamore degli investimenti miliardari e delle partnership di altissimo profilo si scontra apertamente con le incertezze legali e le spinose questioni relative al copyright e all’utilizzo dei contenuti. Questa tensione è stata perfettamente incarnata dalla recente duplice notizia che ha coinvolto Perplexity AI, la startup californiana che si sta imponendo come il principale concorrente di Google nel settore della ricerca potenziata dall’AI.
Da un lato, l’azienda ha celebrato un colpo mediatico ed economico di risonanza globale: l’ingresso nel suo capitale e l’avvio di una partnership strategica con Cristiano Ronaldo. Il fuoriclasse portoghese, oltre ad aver effettuato un investimento non specificato ma significativo, è diventato il volto ufficiale della compagnia, unendo il suo marchio, forte di centinaia di milioni di follower sui social media, alla missione di Perplexity. L’accordo va oltre una semplice sponsorizzazione; esso include il lancio di “Perplexity x CR7”, un hub interattivo sulla piattaforma dedicato ai fan per esplorare la sua ventennale carriera attraverso aneddoti, dati e contenuti esclusivi. Nelle sue dichiarazioni di lancio, Ronaldo ha esaltato la connessione tra la sua mentalità vincente e l’uso dell’AI, sottolineando come la curiosità e la costante ricerca di risposte ambiziose siano un prerequisito per la grandezza, un principio che Perplexity afferma di incarnare. Questo investimento segna un’evoluzione nella strategia finanziaria del campione, che tradizionalmente aveva concentrato i suoi capitali in attività più convenzionali in Portogallo, suggerendo ora una decisa virata verso i settori di frontiera della tecnologia globale.
Dall’altro lato, quasi contemporaneamente all’annuncio del sontuoso accordo con Ronaldo, la startup ha dovuto fare i conti con un ostacolo legale di notevole gravità nel mercato italiano. Le società del gruppo Mediaset, RTI e Medusa Film, hanno depositato un atto di citazione presso il Tribunale civile di Roma, avviando una causa legale contro Perplexity. L’accusa è chiara e rientra nel quadro delle più grandi sfide che l’AI generativa sta affrontando: la violazione del copyright e l’utilizzo non autorizzato di contenuti protetti. Mediaset contesta che l’AI di Perplexity abbia impiegato in modo illecito articoli, estratti video e altri materiali di proprietà del broadcaster per addestrare i propri modelli o per generare risposte agli utenti, bypassando di fatto il blocco dei contenuti a pagamento.
Questo contenzioso in Italia si inserisce in un panorama internazionale sempre più affollato di dispute legali, che vedono editori di primo piano, come il New York Times negli Stati Uniti, intentare azioni simili contro giganti dell’AI. Il nodo centrale della questione è la sostenibilità del modello di business delle intelligenze artificiali che si alimentano di quantità immense di dati estratti dal web, mettendo in crisi l’intero ecosistema della creazione di contenuti originali. L’investimento di Ronaldo fornisce a Perplexity una straordinaria spinta in termini di visibilità e credibilità reputazionale, proiettandola in prima linea accanto a concorrenti come OpenAI e Google. Tuttavia, la causa Mediaset ricorda che la rapida espansione nel mercato dell’AI deve necessariamente confrontarsi con un quadro normativo che cerca ancora di raggiungere un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e la tutela della proprietà intellettuale. Il futuro di Perplexity, e in generale della ricerca basata sull’AI, dipenderà non solo dalla sua capacità di innovare, ma anche dalla sua abilità nel superare questi cruciali ostacoli legali e definire un modello etico e sostenibile per l’utilizzo dei dati.
