Secondo un rapporto di Bloomberg, basato su una fonte interna, Databricks sta attualmente discutendo una nuova fase di finanziamento con T. Low Price, una società di investimenti, con una valutazione aziendale di 43 miliardi di dollari. Tuttavia, va notato che vi sono dubbi in merito alla riuscita di questa operazione di raccolta fondi.
Se questa campagna di investimento avrà successo, il valore complessivo di Databricks supererà i 38 miliardi di dollari raccolti in un round di finanziamento avvenuto due anni fa. Una comparazione con OpenAI è sorprendente: quest’ultima ha ottenuto un investimento di 10 miliardi di dollari (pari a circa 13 trilioni di won) da Microsoft all’inizio dell’anno e ha una valutazione di 30 miliardi di dollari.
Nonostante le indiscrezioni, Databricks ha scelto di non commentare, mentre T. Low Price non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione. Di recente, però, il CEO di Databricks, Ali Godsi, ha affermato: “La società dispone di un solido capitale, eppure consideriamo la possibilità di raccolta fondi per motivi strategici”.
Databricks rappresenta un’azienda di spicco nel settore dei dati e dell’intelligenza artificiale, con sede nella Silicon Valley, Stati Uniti. Fondata nel 2013 da Ali Godsi, professore associato alla UC Berkeley, e altri sei collaboratori.
La somma totale degli investimenti finora ammonta a 3,6 miliardi di dollari, con investitori di rilievo come Amazon, Microsoft (MS) e Alphabet, la società madre di Google.
Uno dei punti di forza principali di Databricks è la sua responsabilità nell’analisi dei dati di circa 9.000 aziende, tra cui nomi illustri come Goldman Sachs, Walmart e Grab, tramite la piattaforma di analisi dei dati aziendali chiamata “Lakehouse”. Nel corso dell’ultimo anno, l’azienda ha generato vendite per un miliardo di dollari (circa 1,3 trilioni di won).
Particolarmente degno di nota è l’espansione dell’azienda nell’ambito dell’intelligenza artificiale generativa open source. A marzo, ha presentato “Dolly”, un piccolo modello linguistico (sLLM) che può essere costruito con soli 100 dollari, un server e 3 ore di formazione. Dolly, basato su un modello open source con 6 miliardi di parametri e 50.000 dati di addestramento, ha attirato notevole attenzione grazie alle sue prestazioni paragonabili a “ChatGPT”.
Successivamente, ad aprile, è stata lanciata “Dolly 2”, una versione open source destinata all’utilizzo commerciale, basata sulla precedente. Poi, a giugno, Databricks ha acquisito la startup Mosaic ML per 1,3 miliardi di dollari, ampliando notevolmente la sua capacità generativa nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Mosaic ML aveva guadagnato popolarità grazie al rilascio di “MPT-30B”, un modello linguistico con 30 miliardi di parametri, come risorsa open source.
Più recentemente, è stata annunciata una collaborazione con Microsoft per offrire modelli di intelligenza artificiale open source tramite la piattaforma cloud di Azure. Questo aspetto ha portato Databricks ad essere identificata come un’alternativa nell’ambito dell’IA aperta, in contrasto con le strutture chiuse.
La scorsa settimana, Hugging Face è riuscita a garantire investimenti da parte di Nvidia e Google, segnalando una serie di progressi rapidi da parte di aziende orientate all’open source.
L’investimento attuale in Databricks viene interpretato come un tentativo di incrementare il valore aziendale in preparazione di un’offerta pubblica iniziale (IPO). Inoltre, Wall Street guarda a Databricks come a un potenziale successo nell’ambito delle IPO.