È emersa la notizia che Meta, precedentemente silente riguardo alla questione dei diritti d’autore sull’intelligenza artificiale (AI), sta ora considerando l’acquisto di una licenza. Si suggerisce che le difficoltà nell’ottimizzare le prestazioni del modello utilizzando i post sui social media come dati di apprendimento abbiano contribuito a questa decisione.
Secondo quanto riportato da fonti ben informate a Business Insider, Meta sta valutando l’acquisto di una licenza per le notizie al fine di proteggere i dati utilizzati per l’apprendimento dell’intelligenza artificiale. La questione è attualmente in fase di revisione da parte dei team leader di partnership, prodotto e legale di Meta ed è ancora nelle fasi iniziali. Si dice che l’obiettivo sia ottenere licenze per notizie, foto, video, e altro ancora. Una fonte ha commentato che “Meta potrebbe non avere altra scelta che pagare qualcuno”.
Finora, Meta non ha ancora contattato ufficialmente nessuno per ottenere licenze sui contenuti. Inoltre, nel settore dei social media, come Facebook e Instagram, Meta ha ridotto il suo budget di 2 miliardi di dollari, interrompendo le transazioni con i media esistenti a partire dal 2023. La società ha scelto il percorso del contenzioso anziché della negoziazione per quanto riguarda i diritti d’autore sull’IA.
Il CEO Mark Zuckerberg ha dichiarato all’inizio di quest’anno che la società dispone di dati più ampi rispetto al set di dati su larga scala “Common Crawl”, comunemente utilizzato per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale. Questo si riferisce alle informazioni raccolte attraverso i social media e altro ancora.
Si ipotizza che il cambiamento di approccio sia motivato da preoccupazioni legali e da questioni interne riguardanti la qualità dei dati. In generale, i testi con frasi lunghe, come le notizie o i romanzi, sono considerati più efficaci nell’addestrare i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) rispetto ai post sui social media, che spesso non forniscono dati di alta qualità.
Meta è stata spesso coinvolta in cause legali sul copyright su vasta scala insieme ad OpenAI lo scorso anno, ma la società ha rifiutato di commentare ufficialmente su questa questione.