Il 4 luglio 2025, un gruppo di editori indipendenti europei ha presentato una denuncia antitrust contro Google presso la Commissione Europea, accusando l’azienda di abuso di posizione dominante nel mercato delle ricerche online. La causa riguarda l’uso delle “Panoramiche AI” di Google, una funzionalità che fornisce riassunti generati dall’intelligenza artificiale direttamente nella parte superiore dei risultati di ricerca, spesso utilizzando contenuti protetti da copyright senza il consenso degli editori.
Le “Panoramiche AI” sono state introdotte da Google nel maggio 2023 come parte della sua “Esperienza di Ricerca Generativa” (SGE). Questa funzionalità fornisce agli utenti risposte immediate a domande complesse, sintetizzando informazioni provenienti da diverse fonti online. Tuttavia, gli editori sostengono che questa pratica danneggi il loro traffico web e i ricavi pubblicitari, poiché gli utenti ottengono risposte rapide senza visitare i siti originali.
Inoltre, gli editori non hanno la possibilità di escludere i loro contenuti dall’addestramento dei modelli linguistici di Google senza rischiare l’esclusione dai risultati di ricerca, creando un conflitto tra la protezione dei diritti d’autore e la visibilità online.
Alla causa hanno aderito anche tre organizzazioni non profit: l’Independent Publishers Alliance, la Foxglove Legal Community Interest Company e il Movement for an Open Web. Queste organizzazioni chiedono una moratoria temporanea sull’uso delle “Panoramiche AI” per evitare danni irreparabili agli editori. Rosa Curling, amministratore delegato di Foxglove, ha dichiarato che questa funzionalità mette a rischio l’esistenza stessa dei siti di notizie indipendenti in Europa.
Google ha difeso la sua funzionalità, affermando che le “Panoramiche AI” offrono nuove opportunità di scoperta di contenuti e aziende, inviando miliardi di clic ai siti web ogni giorno. Tuttavia, la denuncia evidenzia preoccupazioni simili sollevate in altri paesi, come gli Stati Uniti, dove un’azienda edtech ha accusato Google di danneggiare i ricavi degli editori attraverso l’uso di contenuti senza compenso.