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L’introduzione dell’intelligenza artificiale (IA) nel mondo del lavoro ha suscitato dibattiti riguardo ai suoi impatti sulla produttività e sull’occupazione. Tuttavia, recenti studi rivelano una dimensione più profonda e positiva: l’uso quotidiano dell’IA sembra correlato a una maggiore soddisfazione professionale e a un ottimismo crescente riguardo al futuro lavorativo.

Una ricerca condotta da Jabra in collaborazione con l’Happiness Research Institute ha coinvolto oltre 3.700 professionisti in 11 Paesi, tra cui 363 italiani, per esplorare il legame tra l’uso dell’IA e il benessere lavorativo. I risultati mostrano che chi utilizza l’IA quotidianamente è il 34% più soddisfatto del proprio lavoro rispetto a chi non la impiega regolarmente. Inoltre, il 78% degli utilizzatori frequenti dichiara di raggiungere più facilmente gli obiettivi lavorativi, contro il 63% di chi la usa sporadicamente.

L’integrazione dell’IA nel flusso lavorativo sembra favorire una mentalità orientata al cambiamento e all’innovazione. Chi adotta l’IA ha il 70% di probabilità in più di percepire opportunità di crescita professionale, rispetto al 38% di chi la evita. Questo suggerisce che l’adozione dell’IA non riguarda solo l’acquisizione di competenze tecniche, ma anche un approccio mentale positivo verso l’evoluzione del proprio ruolo professionale.

Un aspetto interessante emerso dallo studio è il legame tra soddisfazione lavorativa e felicità nella vita privata. I dipendenti che si dichiarano soddisfatti del loro lavoro hanno una probabilità 4 o 5 volte maggiore di sentirsi felici anche nella vita personale. In Italia, dove il 54% del campione utilizza l’IA mensilmente nella vita personale e il 48% in quella lavorativa, questo dato assume particolare rilevanza. Non si tratta solo di strumenti che migliorano l’efficienza, ma di tecnologie che stanno ridefinendo il rapporto stesso con il lavoro e, di conseguenza, con la qualità della vita.

Una scoperta sorprendente riguarda il livello di stress: gli utilizzatori abituali dell’IA riportano livelli di stress superiori del 20% rispetto a chi la usa sporadicamente. Tuttavia, questo stress appare “positivo”: chi riferisce livelli di stress leggermente elevati – quelli che si sentono sotto pressione ma non sopraffatti – dichiara obiettivi più ambiziosi, maggiore felicità e soddisfazione lavorativa superiore rispetto a chi vive stress moderato o neutro. In questi casi, lo stress diventa indicatore di coinvolgimento e motivazione.

L’uso frequente dell’IA non solo migliora la soddisfazione attuale, ma aumenta anche l’ottimismo riguardo al futuro lavorativo. Il 47% degli utilizzatori abituali si dichiara ottimista riguardo alla propria futura soddisfazione lavorativa, contro il 27% di chi non utilizza regolarmente questi strumenti. Sono anche il 22% più sicuri che il loro lavoro rimarrà piacevole e appagante.

Questi risultati suggeriscono che l’intelligenza artificiale, se utilizzata correttamente, può essere vista non come una minaccia, ma come un’opportunità di crescita personale e professionale. Le aziende che riescono a presentare l’IA non come una minaccia ma come un’opportunità di crescita personale e professionale vedono i propri dipendenti non solo più produttivi, ma anche più motivati e soddisfatti. Il futuro del lavoro, quindi, non è solo tecnologico, ma anche emotivo.

Di Fantasy