General Motors (GM), colosso automobilistico statunitense, ha recentemente annunciato la decisione di ritirarsi dal mercato dei taxi a guida autonoma, segnando un cambiamento significativo nella sua strategia nel settore della mobilità autonoma. Questa mossa implica la cessazione delle operazioni della sua sussidiaria ‘Cruise’, dedicata ai robotaxi, e un rinnovato focus sull’integrazione della tecnologia di guida autonoma nei veicoli destinati ai consumatori privati.
La decisione arriva dopo investimenti sostanziali: GM ha destinato circa 2 miliardi di dollari a Cruise solo quest’anno, accumulando una spesa totale di oltre 10 miliardi di dollari dal 2016, anno dell’acquisizione della sussidiaria. Nonostante questi investimenti, Cruise ha affrontato sfide significative, tra cui un incidente a San Francisco che ha coinvolto un pedone, portando alla sospensione dei servizi e a indagini da parte delle autorità federali e statali. Questi eventi hanno contribuito alla decisione di GM di riorientare le proprie risorse.
Mary Barra, CEO di GM, ha sottolineato che i costi operativi associati alla gestione di una flotta di robotaxi sono elevati e non rappresentano il core business dell’azienda. Con il ritiro di Cruise, Waymo, la divisione di guida autonoma di Google, emerge come leader nel mercato statunitense dei robotaxi. Waymo opera servizi commerciali in città come San Francisco, Phoenix, Los Angeles e Austin, con piani di espansione in corso.
Infine, allo stesso tempo, Tesla ha annunciato l’intenzione di lanciare servizi di robotaxi in California e Texas a partire dal prossimo anno. Secondo un rapporto di Deutsche Bank, Tesla prevede di utilizzare inizialmente il controllo remoto per superare le attuali limitazioni tecnologiche della guida autonoma di livello 2, una pratica comune nelle prime fasi dell’implementazione della guida autonoma.