L’evoluzione della guerra moderna potrebbe presto entrare in una nuova era, caratterizzata dalla presenza di “droni killer”, dispositivi autonomi capaci di uccidere senza alcun intervento umano. Questi droni, che operano grazie a sofisticati sistemi di intelligenza artificiale (IA), stanno facendo il loro ingresso nei campi di battaglia, pronti a cambiare per sempre la natura dei conflitti armati.
Philip Lockwood, CEO della startup tedesca Stark, ha recentemente parlato di questo scenario in un’intervista al Financial Times il 28 aprile, dove ha sottolineato che l’era degli attacchi completamente automatizzati è ormai vicina. Ex responsabile dell’innovazione presso la NATO, Lockwood ha affermato che, sebbene i droni killer potrebbero essere proibiti nei paesi occidentali, è molto probabile che vengano adottati altrove, in particolare in paesi come Russia e Cina, che non sembrano avere alcun interesse a limitare l’uso di tali tecnologie.
La guerra moderna è già stata trasformata dall’uso dei droni e dell’intelligenza artificiale. In Ucraina, ad esempio, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha acquistato centinaia di droni dalla startup Anduril, che sono stati utilizzati nei combattimenti. I droni della Stark, in particolare, sono progettati per essere autonomi: dotati di IA integrata, questi dispositivi sono in grado di prendere decisioni in tempo reale, superando le difese nemiche e colpendo bersagli a distanze che arrivano fino a 100 chilometri.
Lockwood ha sottolineato che, sebbene il sistema sia progettato per garantire che gli esseri umani siano sempre informati delle decisioni dei droni, in teoria questi dispositivi potrebbero operare in completa autonomia, persino decidere di uccidere senza alcun intervento umano. Questa possibilità solleva interrogativi etici e legali sul futuro dell’automazione nelle guerre moderne.
Nonostante le preoccupazioni internazionali, l’Unione Europea non ha ancora preso una posizione definitiva sul divieto dei droni killer, e nemmeno l’ONU è riuscita a raggiungere un accordo su un trattato internazionale che regolamenti l’uso di tali tecnologie.
Nel frattempo, il conflitto in Ucraina sta diventando un banco di prova per le nuove tecnologie belliche, in cui i droni sono protagonisti indiscussi. Lockwood ha osservato che la sfiducia verso la Russia potrebbe perdurare per anni, e con essa l’impiego sempre maggiore di droni in battaglia. Il futuro della guerra, quindi, potrebbe essere sempre più definito da tecnologie avanzate che portano con sé nuove sfide e rischi per la sicurezza globale.