Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha recentemente emesso una decisione che ha attirato l’attenzione degli italiani online. La limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma ChatGPT, ha generato numerose conversazioni online sul tema. Tuttavia, nonostante la curiosità e l’interesse suscitati dall’esperienza con ChatGPT per la maggior parte degli intervistati, il sentiment delle conversazioni online è stato in netta prevalenza negativo. In questo contesto, sembra importante approfondire la relazione degli italiani con l’AI e la necessità di regole chiare sull’utilizzo di tale tecnologia.
La decisione del Garante ha destato l’attenzione dei principali media internazionali, tra cui Reuters, il New York Times, la BBC, The Guardian e il Financial Times. Questo perché, attualmente, l’Italia è l’unica nazione al mondo ad aver adottato tale provvedimento. La decisione ha sollevato importanti questioni sulla protezione dei dati personali e sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, suggerendo la necessità di regole chiare e rigorose per garantire la sicurezza e la privacy degli utenti.
Secondo un sondaggio condotto da SWG tra l’1 e il 4 marzo scorsi, prima della decisione del Garante per la Protezione dei Dati Personali, gli italiani che hanno utilizzato ChatGPT hanno avuto principalmente esperienze positive. Il 70% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto una reazione di curiosità e interesse, mentre quasi la metà degli intervistati ha riportato reazioni negative. In particolare, il 6% degli intervistati ha espresso preoccupazione e sospetto sull’utilizzo della piattaforma di Intelligenza Artificiale. Questi risultati suggeriscono che la maggioranza degli utenti italiani ha accolto con interesse e curiosità l’opportunità di interagire con ChatGPT, ma che alcuni hanno espresso preoccupazioni sulla privacy e sulla sicurezza dei propri dati personali.
ANSA e DataMediaHub hanno recentemente condotto un’analisi sulle conversazioni online (social, news online, blog e forum) per valutare il rapporto degli italiani con ChatGPT e le loro reazioni alla decisione del Garante per la Protezione dei Dati Personali. In pochi giorni, ci sono state quasi 22.000 citazioni online in italiano per ChatGPT, provenienti da quasi 5.000 autori unici, le cui pubblicazioni hanno coinvolto più di 100.000 utenti attraverso like, reaction, commenti e condivisioni. Il picco massimo di queste conversazioni si è verificato il 1° aprile, subito dopo la decisione del Garante del 31 marzo. Questi risultati indicano un forte interesse e partecipazione degli italiani alla discussione sulla limitazione del trattamento dei dati da parte di OpenAI e sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in generale.
Il volume di conversazioni generato ha generato una potenziale “opportunity to be seen”, ovvero l’opportunità che i contenuti relativi all’alluvione siano stati esposti teoricamente a un vasto pubblico in base ai volumi di conversazioni registrati. Nello specifico, sono state generate 12,2 miliardi di visualizzazioni sul tema. Tuttavia, è ragionevole stimare che la portata effettiva delle conversazioni sia stata di circa 661,2 milioni di impression, ovvero il numero effettivo di visualizzazioni di contenuti relativi al tema, grazie all’eco mediatico generato in seguito alla decisione del Garante per la Protezione dei Dati Personali.
Le conversazioni online sulla questione hanno evidenziato una netta prevalenza di sentimenti negativi tra i partecipanti. I contenuti delle conversazioni hanno mostrato una maggioranza di reazioni di preoccupazione e disapprovazione, come risultato della limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani da parte di OpenAI.
Inoltre, la maggior partecipazione alle discussioni online si è registrata tra gli individui di età compresa tra i 25 e i 34 anni, nonché tra coloro che hanno un interesse specifico per gli argomenti legati alla scienza in tutte le sue sfaccettature. Molte discussioni si sono svolte non solo sulle principali piattaforme social, ma anche sui forum, dove si è verificato un acceso confronto sulla questione.