L’ambizioso percorso di Meta verso la costruzione del metaverso è costellato di scommesse tecnologiche ardite e investimenti massivi, ma la recente decisione di posticipare il lancio degli occhiali per realtà mista (XR) di nuova generazione, noti con il nome in codice Phoenix, segna una virata strategica cruciale. L’azienda ha spostato la data di uscita del dispositivo, originariamente prevista per la seconda metà del 2026, alla prima metà del 2027, per concentrarsi in modo intransigente sul miglioramento della qualità e sull’adozione di una struttura aziendale più sostenibile.
Il feedback che ha portato a questa significativa modifica dei piani è arrivato direttamente dall’amministratore delegato, Mark Zuckerberg, che durante un incontro con i vertici di Reality Labs ha sottolineato la necessità di focalizzarsi su due priorità fondamentali: una maggiore garanzia di qualità e la sostenibilità economica a lungo termine dei progetti. Questa mossa riflette la crescente pressione su Reality Labs, la divisione metaverso di Meta, che pur essendo centrale nella visione aziendale, ha consumato miliardi di dollari senza ancora garantire un ritorno commerciale commisurabile.
La decisione di ritardare il lancio del prodotto Phoenix è stata esplicitamente motivata dalla volontà di “guadagnare tempo per perfezionare adeguatamente i dettagli del prodotto”. I co-responsabili di Reality Labs, Gabriel Aul e Ryan Cairns, hanno chiarito che “completezza e stabilità non possono mai essere sacrificate”, indicando chiaramente che le precedenti tempistiche erano percepite come un potenziale rischio per la qualità finale del device. Questo nuovo approccio è caratterizzato da una politica di sviluppo centrata sull’efficienza: l’imperativo è evitare di “aggiungere indiscriminatamente nuove funzionalità o di svolgere lavori aggiuntivi”, suggerendo una road map più snella e mirata.
Il dispositivo Phoenix, che si dice sostituirà l’attuale linea di visori Quest, è concettualmente differente. È descritto come un prodotto simile a un occhiale, sebbene più grande e pesante rispetto agli occhiali intelligenti minimali. Con un peso stimato inferiore ai 110 grammi, si posiziona a metà strada tra la leggerezza dei Ray-Ban (che pesano meno di 50 grammi) e la massa dei Quest 3 (circa 515 grammi). Dal punto di vista funzionale, Phoenix si configura come un dispositivo di realtà mista: a differenza dei classici occhiali, la parte anteriore è bloccata, ma una telecamera dedicata cattura il mondo reale per fornirne una visione digitale all’utente.
La rimodulazione dei piani va di pari passo con un’ampia riorganizzazione interna. Meta ha annunciato un taglio del budget di Reality Labs che potrebbe raggiungere il trenta per cento nel prossimo anno, ridimensionando progetti che si sono rivelati costosi e complessi, come la piattaforma spaziale virtuale Horizon Worlds. Gli sforzi sono stati convogliati e concentrati strategicamente sui device indossabili. Oltre al posticipo di Phoenix, la nota interna ha rivelato che Meta rilascerà comunque un dispositivo in edizione limitata con nome in codice “Malibu 2” nel 2026, ipoteticamente un paio di occhiali intelligenti creati in collaborazione con un marchio di lusso.
Questo focus sui device indossabili si è ulteriormente rafforzato con la recente acquisizione di Limitless, una startup che produce dispositivi indossabili basati sull’intelligenza artificiale. Tale acquisizione, annunciata contestualmente alla riorganizzazione, mostra la chiara intenzione di Meta di consolidare la sua attività nel settore dell’AI indossabile, un’area che si sta rivelando sempre più cruciale per l’interazione quotidiana tra utente e intelligenza artificiale. Nel frattempo, prosegue anche lo sviluppo del visore Quest di prossima generazione, che dovrebbe introdurre significativi miglioramenti nelle prestazioni per il gaming immersivo, assicurando che l’azienda continui a presidiare il segmento della realtà virtuale tradizionale in attesa che Phoenix porti la realtà mista a un livello di qualità ritenuto finalmente accettabile da Zuckerberg.
