Microsoft ha introdotto nuove regole e restrizioni relative alle offerte legate all’intelligenza artificiale (IA) nei suoi Termini di servizio, che entreranno in vigore il 30 settembre. Queste modifiche sono state pubblicate il 30 luglio.

In una sezione dedicata, vengono definiti i “Servizi AI” come quei servizi etichettati o descritti da Microsoft che sono inclusi, alimentati o guidati da sistemi di Intelligenza Artificiale (“AI”).

Le nuove direttive si concentrano su cinque principali regole e restrizioni per i servizi Microsoft AI:

  1. Ingegneria inversa: Non è consentito utilizzare i servizi di intelligenza artificiale per sondare o scoprire le componenti sottostanti dei modelli, algoritmi o sistemi. Questo include l’evitare di tentare di identificare e rimuovere i pesi dei modelli stessi.
  2. Estrazione dei dati: A meno che non vi sia un esplicito consenso, non è possibile utilizzare tecniche di web scraping, raccolta dati dal web o estrazione dati online per raccogliere informazioni dai servizi AI.
  3. Limiti nell’uso dei dati dai Servizi AI: Non è permesso utilizzare i servizi AI o i dati da essi generati per creare, addestrare o migliorare direttamente o indirettamente altri servizi legati all’IA.
  4. Uso dei contenuti personali: Nel contesto della fornitura dei servizi di intelligenza artificiale, Microsoft avrà il compito di elaborare e memorizzare gli input e gli output dei servizi stessi. Questo avviene per monitorare e prevenire utilizzi o output dannosi o abusivi dei servizi.
  5. Gestione delle lamentele di terzi: Gli utenti sono personalmente responsabili per rispondere a qualsiasi lamentele da parte di terzi riguardo all’utilizzo dei servizi AI in conformità alle leggi vigenti, incluse potenziali violazioni di copyright o altre contestazioni relative agli output di contenuti generati tramite i servizi AI.

Queste modifiche contrattuali di Microsoft arrivano in un momento in cui i cambiamenti nei termini di servizio legati all’intelligenza artificiale sono oggetto di dibattito. Un esempio è la controversia sorta attorno ai Termini di servizio dell’azienda di videoconferenze e messaggistica Zoom, che ha affrontato critiche per le modifiche apportate ai propri termini relativi all’IA a marzo. Queste modifiche hanno sollevato questioni riguardanti la privacy, la scelta e la fiducia da parte dei clienti. Recentemente, Zoom ha emesso una dichiarazione di follow-up riguardo ai propri Termini di servizio, chiarificando che non userà i dati degli utenti per addestrare l’IA senza esplicito consenso.

Anche il New York Times ha apportato cambiamenti ai propri Termini di servizio per vietare l’uso da parte di aziende legate all’IA di raschiare i propri contenuti. La società ha dichiarato che tali restrizioni sono state rafforzate per evitare malintesi nell’uso dei propri contenuti per addestrare e sviluppare l’IA.

Di Fantasy