Negli ultimi giorni dell’estate 2025 è emerso un annuncio che molti nel mondo della tecnologia aspettavano e che probabilmente cambierà il volto del settore dei semiconduttori per qualche anno a venire: Nvidia investirà 5 miliardi di dollari in Intel, stringendo con l’azienda guidata ora da Lip-Bu Tan una partnership che va ben oltre la semplice iniezione di capitale. Non si tratta solo di salvare una vecchia gloria che ha perso terreno: è una mossa che aspira a costruire qualcosa di nuovo, che mescola CPU e GPU, hardware e infrastrutture AI, processi industriali e strategie geopolitiche.
Per capire l’importanza dell’accordo bisogna tornare agli ultimi anni di Intel. L’azienda con sede nella Silicon Valley ha vissuto un declino di visibilità relativamente al boom dell’intelligenza artificiale, complice il ritardo nell’adattarsi al mercato delle GPU e delle accelerazioni, il calo delle quote nei data center, la difficoltà a competere su alcuni fronti tecnologici specie con rivali come AMD, TSMC e altri. Il nuovo CEO, Lip-Bu Tan, entrato in carica a marzo, ha cominciato un percorso di risanamento che ha incluso tagli, revisione dei piani industriali e ricerca di alleanze. L’investimento del governo degli Stati Uniti — che ha comprato una partecipazione significativa — fa parte di questo stesso sforzo per rilanciare la capacità produttiva nazionale dei semiconduttori.
L’intesa comprende diversi elementi, che vanno dal finanziamento puro a collaborazioni tecniche profonde. Alcuni dei punti chiave:
- Nvidia acquisterà azioni ordinarie di Intel per 5 miliardi di dollari, al prezzo di circa 23,28 dollari per azione.
- Le due aziende svilupperanno congiuntamente prodotti per data center e per PC/clienti (personal computing). Intel fornirà CPU personalizzate per le infrastrutture AI di Nvidia, e Intel progetterà anche sistemi “system-on-chips” (SoC) x86 che integreranno chiplet GPU RTX di Nvidia per laptop e PC.
- Uno dei punti tecnici distintivi è l’uso della tecnologia NVLink di Nvidia per connettere la CPU di Intel con le GPU Nvidia ad alta velocità. Questo permette di superare alcuni limiti che si incontrano normalmente quando CPU e GPU comunicano tramite interfacce più generiche come PCIe, migliorando latenza, banda dati e efficienza nei carichi di lavoro AI pesanti.
Per ora non c’è un accordo definitivo che trasforma Intel in foundry (fonderia) per Nvidia, anche se viene indicata la possibilità che Nvidia possa in futuro avvalersi degli impianti di Intel per produzioni specifiche.
Quando è stata annunciata la partnership, il mercato ha reagito con entusiasmo:
- Il prezzo delle azioni di Intel è schizzato del 23-25% in un solo giorno, la maggiore crescita percentuale in un singolo giorno in decenni.
- Nvidia ha visto un aumento più contenuto, ma comunque positivo, segno che gli investitori percepiscono valore anche per la sua strategia di espansione su più fronti.
Da parte di Intel, è una opportunità per riappropriarsi di parte del terreno perduto: avere un partner forte nel settore AI che usa le sue CPU, rientrare in modo concreto nella corsa alle GPU integrate, alle soluzioni hardware accelerate, e utilizzare al meglio la propria fabbricazione (compresi i piani futuri per nuovi processi produttivi come il 14A).
Per Nvidia, invece, è un modo per consolidare il proprio ecosistema. Integrando CPU x86 personalizzate nei propri data center e SoC che combinano GPU Nvidia e CPU Intel nei PC, l’azienda riduce dipendenze esterne, amplia le soluzioni proprietarie su cui può controllare prestazioni, efficienza, supporto. Inoltre, la capacità di offrire soluzioni più integrate può diventare un punto di forza contro concorrenti che offrono solo GPU o solo CPU.
Alcune zone d’ombra e rischi, però, sono evidenti:
- Il fatto che Nvidia prenda solo una partecipazione del 4% in Intel non dà di per sé controllo su decisioni strategiche profonde. Non è una fusione, è una partnership con componenti operative, ma l’autonomia resta limitata.
- Non è chiaro quanto Intel riuscirà a produrre processi produttivi all’avanguardia (come il 14A) nei tempi previsti o con la qualità richiesta. La tecnologia dei processi di produzione è costosa, rischiosa, e Intel ha avuto difficoltà negli ultimi anni con i ritardi e la complessità tecnologica.
- Il settore è fortemente competitivo. AMD, TSMC e altri hardware provider continueranno a spingere. TSMC in particolare resta una fonderia dominante per molti produttori — se Nvidia e Intel non riusciranno a garantire produzione, qualità e scalabilità (e costi competitivi), il vantaggio attuale potrebbe essere fragile.
- Le implicazioni regolatorie e geopolitiche saranno sotto osservazione: investimenti governativi, politica industriale, competizione con la Cina, rischio che la partnership venga vista come strumento protezionistico con interventi pubblici.
Ciò che emerge da questa operazione è che nel mercato dei semiconduttori, del computing e dell’intelligenza artificiale, le linee di confine stanno cambiando. Non si tratta più solo di costruire CPU o GPU migliori, ma di creare ecosistemi integrati in cui il confine tra chi produce CPU, chi fa GPU, chi supporta infrastrutture, chi crea software, si fa sempre più fluido.
Questo accordo tra Nvidia e Intel ha il potenziale di essere “un momento di svolta”: stimolerà innovazione, potenzierà lo sviluppo di prodotti che uniscono CPU/GPU con interconnessioni ad alta velocità, potrebbe dare slancio agli impianti produttivi di Intel, dare fiducia agli investitori, e imporre nuove sfide agli altri attori del settore.