La corsa all’Intelligenza Artificiale (IA) ha raggiunto un’intensità febbrile, trasformandosi in una vera e propria corsa agli armamenti infrastrutturali. Mentre aziende titaniche come OpenAI di Sam Altman e xAI di Elon Musk promettono di rivoluzionare ogni aspetto della vita umana, gli analisti sollevano un allarme sempre più forte e preoccupante: l’incessante fame di elettricità e risorse della tecnologia AI sta spingendo il pianeta verso una crisi ambientale ed energetica globale di proporzioni inedite.

L’entità di questa minaccia è stata messa a nudo da un recente rapporto investigativo che ha portato alla luce le ambizioni infrastrutturali vertiginose dei leader del settore.

Il piano interno di Sam Altman per OpenAI, svelato lo scorso settembre, prevedeva la costruzione di un’infrastruttura informatica da ben 250 Gigawatt (GW) entro il 2033. Questa cifra è tanto astronomica quanto scioccante: 250 GW equivalgono all’intera elettricità consumata dall’India, una nazione con una popolazione di 1,5 miliardi di persone.

Le conseguenze ambientali di un’espansione energetica di tale portata sono agghiaccianti. Gli analisti prevedono che le emissioni di carbonio associate alla realizzazione e al mantenimento di questa infrastruttura potrebbero superare il doppio di quelle di ExxonMobil, uno dei maggiori emettitori privati al mondo. Il fabbisogno hardware è altrettanto sbalorditivo: 250 GW di potenza potrebbero alimentare circa 60 milioni di GPU NVIDIA GB300. Ipotizzando un ricambio biennale dovuto al rapido deprezzamento economico e all’emergere di nuovi modelli più potenti, ciò implica l’acquisto e lo smaltimento di oltre 30 milioni di nuove GPU ogni anno solo per alimentare un singolo sito.

La pressione non è limitata a OpenAI. Anche il concorrente di Elon Musk, xAI, si è prefissato l’obiettivo ambizioso di assicurarsi 50 milioni di GPU di classe H100 entro il 2030, una mossa che da sola richiederebbe ulteriori 5 GW di potenza. Questa espansione massiccia dei data center non solo minaccia di sovraccaricare la rete elettrica globale, ma comporterà anche un aumento delle bollette energetiche per i consumatori e un potenziale peggioramento della qualità dell’energia elettrica a livello domestico.

Il problema ambientale dell’IA si estende ben oltre il funzionamento dei data center. L’intera catena di fornitura dei semiconduttori è sotto pressione insostenibile. L’esplosione della domanda di chip AI ha portato alla costruzione accelerata di ben 97 nuove fabbriche di semiconduttori in tutto il mondo negli ultimi due anni.

Giganti come TSMC e Samsung Electronics stanno investendo in impianti su larga scala, ma questi siti sono veri e propri mostri di consumo di risorse. L’esempio è eloquente: l’attuale impianto Fab 25 di TSMC richiederà un Gigawatt di elettricità, un consumo pari a quello di 750.000 famiglie taiwanesi. E l’energia non è l’unica risorsa finita in esaurimento; l’impianto consumerà anche 100.000 tonnellate di acqua al giorno, un volume che eguaglia il fabbisogno idrico quotidiano di circa 196.000 abitanti di una città come Taichung.

L’acqua è vitale per il raffreddamento dei data center e per i complessi processi chimici di fabbricazione dei chip (i cosiddetti wafer), e il suo esaurimento in regioni già colpite dalla scarsità idrica è una seria preoccupazione etica e ambientale. A ciò si aggiunge l’uso e lo smaltimento di varie sostanze chimiche pericolose necessarie per la produzione.

La competizione per la supremazia nell’IA non è solo tecnologica ed economica, ma si sta trasformando in una sfida geopolitica con conseguenze dirette sull’ecosistema. Le crescenti restrizioni commerciali e la “corsa alla sicurezza dei chip” tra i vari Paesi stanno mettendo a dura prova l’intero settore, spingendo le aziende a costruire capacità produttive ridondanti e inefficienti in diverse aree geografiche per mitigare i rischi politici.

Con l’accelerazione di questa corsa alla supremazia dell’Intelligenza Artificiale, le risorse limitate del pianeta si stanno rapidamente esaurendo lungo tutti i processi: dall’estrazione delle materie prime necessarie per i chip, alla loro produzione intensiva di energia e acqua, fino alle operazioni di data center che consumano energia pari a quella di intere nazioni. L’IA, promessa di un futuro più efficiente e intelligente, si presenta così con un costo ambientale che potrebbe superare i benefici, ponendo il mondo intero di fronte a un dilemma insostenibile: possiamo permetterci l’Intelligenza Artificiale a questo prezzo?

Di Fantasy