Nella giornata dell’11 settembre 2025, OpenAI e Microsoft hanno reso pubblico un Memorandum of Understanding (MOU) — un accordo non vincolante — che delinea le basi della futura evoluzione strutturale di OpenAI verso una Public Benefit Corporation (PBC). Questo passo segnala una svolta, non tanto per la novità dell’intenzione — se ne parlava da tempo — quanto per il profilo che questa trasformazione potrà assumere realmente e per le sfide che l’accompagnano.
In linea generale, le parti implicate hanno concordato che:
- OpenAI si impegna a orientarsi verso lo status di azienda PBC, cioè un’impresa con finalità sociali esplicite, non solo profitto.
- Microsoft rimane un partner importante e conserverà una quota (azionaria) ridotta rispetto a quella che potrebbe avere un investitore orientato al profitto puro.
- La componente non profit del controllo continuerà a esistere: nonostante il cambiamento della struttura giuridica, verrebbe preservata una parte di OpenAI che opera con finalità “pubbliche” o filantropiche, che manterrà una quota significativa — si parla di un valore in azioni economico equivalente a circa il 20% del valore di mercato stimato di OpenAI, pari a circa 500 miliardi di dollari.
- OpenAI ha anche deciso di avviare un programma di sovvenzioni da 50 milioni di dollari per supportare iniziative locali incentrate su: educazione AI, opportunità economiche, innovazione comunitaria, per rafforzare il radicamento pubblico della sua missione.
Questo passaggio verso una PBC riflette forti spinte esterne: regolatori, opinione pubblica, preoccupazioni per la sicurezza dell’IA. Nel contesto USA, ad esempio, procuratori generali di stati come California e Delaware hanno alzato la voce sul tema della governance di OpenAI, specialmente nel caso che la trasformazione legale non avvenga.
Ma non tutto è deciso — semplicemente perché non può esserlo in un MOU:
- Non è chiaro che cosa significhi, nei fatti, “controllo non profit” o “supervisione non profit”. Quali diritti avrà esattamente la componente non profit su decisioni strategiche, su uso dei dati, su politiche di sicurezza?
- Non è definito se Microsoft conserverà esclusività, o diritti di accesso preferenziale sui modelli più avanzati di IA di OpenAI. Questo è uno degli aspetti rimasti discutibili.
C’è incertezza anche sul calendario: il completamento della trasformazione legale e le negoziazioni con gli Stati (primi fra tutti California e Delaware), potrebbero subire ritardi. Se OpenAI non riuscisse a formalizzare la transizione entro fine anno, potrebbero esserci ripercussioni, ad esempio sul fronte della raccolta dei capitali e su eventuali IPO.