Con l’ascesa dei motori di ricerca basati sull’intelligenza artificiale, le grandi emittenti e i media tradizionali stanno iniziando a esercitare pressioni legali per tutelare i propri diritti. Tra questi, la BBC ha recentemente preso una posizione decisa nei confronti di Perplexity, startup AI che è stata accusata di utilizzare i contenuti della BBC senza autorizzazione, rischiando così di violare il copyright e i termini di utilizzo del broadcaster britannico.

Il 20 giugno, la BBC ha reso noto di aver inviato una lettera formale a Perplexity in cui le chiede di cessare immediatamente ogni utilizzo non autorizzato dei propri contenuti, di rimuovere tutto il materiale di sua proprietà e di risarcire i danni per i contenuti già sfruttati. Nel testo della comunicazione, la BBC ha evidenziato come quattro popolari chatbot basati su intelligenza artificiale, tra cui proprio Perplexity, stessero sintetizzando in modo inaccurato articoli di notizie, inclusi quelli prodotti dalla BBC stessa. Questo comportamento, secondo l’azienda, può danneggiare gravemente la reputazione del broadcaster e compromettere la fiducia del pubblico, che in gran parte finanzia la BBC attraverso il canone televisivo.

Questa è la prima volta che la BBC accenna a una possibile azione legale contro una società operante nel campo dell’intelligenza artificiale, sebbene lo scorso dicembre avesse già richiesto ad Apple di correggere un errore nella funzione di riepilogo delle notizie di Apple Intelligence, che poi fu sospesa.

Perplexity ha risposto con forza alle accuse, definendole manipolative e frutto di una profonda incomprensione della tecnologia, di Internet e del diritto d’autore. L’azienda ha inoltre criticato la BBC per quello che definisce un tentativo di mantenere un monopolio illegale nel mercato della ricerca, riferendosi indirettamente a Google.

Va ricordato che Perplexity non sviluppa un modello AI proprietario, ma si affida a modelli di terze parti come quelli di OpenAI e Google. Ha anche svelato che il suo modello contribuisce a migliorare “Rama” di Meta, incrementandone la precisione e riducendo gli errori noti come allucinazioni.

Nonostante ciò, la BBC ha presentato prove secondo cui due bot di Perplexity avrebbero ignorato le direttive contenute nel file robots.txt, estraendo dati direttamente dai siti web della BBC senza autorizzazione. La startup ha negato fermamente queste accuse, con il suo amministratore delegato Srinivas che ha dichiarato di rispettare le regole di crawling.

Questa vicenda si inserisce in un contesto più ampio di controversie legali che vedono Perplexity coinvolta in battaglie con altri grandi media, come le controllate di News Corp. – Dow Jones, New York Post e Wall Street Journal – e diffide da parte di testate come New York Times e Condé Nast.

Nel frattempo, i principali attori del settore AI si stanno muovendo in modo diverso. OpenAI, ad esempio, sta attivamente stipulando accordi con grandi testate giornalistiche per l’utilizzo legale dei contenuti, mentre Google sta ampliando i contratti esistenti per la ricerca. Al contrario, Perplexity punta su un modello che distribuisce i ricavi pubblicitari in base ai risultati di ricerca, senza pagare canoni di licenza per i dati, dato che non possiede un modello di base proprio.

Questa situazione evidenzia le complesse sfide legali e commerciali che si stanno sviluppando nell’incontro tra intelligenza artificiale e industria dei media tradizionali, in un momento di rapida evoluzione tecnologica e normative ancora in fase di definizione.

Di Fantasy