L’intelligenza artificiale (IA) ha ormai fatto il suo ingresso nelle scuole italiane, trasformando radicalmente le abitudini di studio degli studenti. Secondo l’edizione 2025 della ricerca “Dopo il diploma” condotta da Skuola.net insieme ad Elis su 2.500 alunni delle superiori, il 51% degli intervistati utilizza strumenti basati sull’IA generativa come ChatGPT “molto spesso” o “spesso” . Questo dato evidenzia una crescente diffusione dell’uso dell’IA tra gli studenti, ma anche una sfida per i docenti nel mantenere l’integrità accademica.
Francesco Amato, docente di “Scienze e tecnologie informatiche” presso l’Itis “Galileo Galilei” di Roma, ha sviluppato una strategia innovativa per contrastare l’uso scorretto dell’IA. Amato propone di inserire deliberatamente informazioni imprecise nei testi delle verifiche, come indicare Lille come città più a sud della Francia invece di Marsiglia. In questo modo, se uno studente sottopone le domande a ChatGPT, il chatbot fornirà la risposta geograficamente corretta ma errata secondo il testo della verifica, permettendo al docente di individuare immediatamente chi ha utilizzato aiuti esterni.
Per arginare ulteriormente l’utilizzo indiscriminato dell’IA, Amato suggerisce di puntare maggiormente sulle verifiche orali. In questo contesto, gli studenti sono chiamati a spiegare gli argomenti studiati e a commentare le soluzioni proposte, rendendo più difficile l’uso di strumenti esterni come ChatGPT. Questa metodologia non solo aiuta a prevenire il plagio, ma promuove anche un apprendimento più profondo e una maggiore autonomia negli studenti.
L’introduzione massiccia dell’intelligenza artificiale nelle scuole solleva interrogativi sia sul piano etico sia su quello delle competenze che gli studenti stanno sviluppando. Da un lato, l’uso di chatbot e piattaforme di IA pone il problema del plagio e della dipendenza da strumenti esterni, rischiando di minare la crescita dell’autonomia e del pensiero critico. Dall’altra parte, la presenza costante di queste tecnologie modifica il profilo delle abilità richieste ai giovani, spostando l’attenzione dalla semplice memorizzazione delle nozioni alla capacità di valutare, selezionare e rielaborare le informazioni.
Sul fronte etico, la questione centrale riguarda la trasparenza e la correttezza nell’utilizzo dell’IA. Se da un lato questi strumenti possono rappresentare un valido supporto per l’apprendimento, dall’altro rischiano di essere usati per aggirare le regole, come nel caso delle verifiche svolte con l’aiuto di chatbot. Il confine tra uso lecito e illecito è spesso sottile e poco chiaro, soprattutto in assenza di una normativa scolastica aggiornata e condivisa. Inoltre, la tutela della privacy degli studenti rappresenta un ulteriore nodo critico: molte piattaforme raccolgono dati personali e informazioni sensibili, che devono essere gestite con attenzione per evitare violazioni e abusi.
L’arrivo dell’intelligenza artificiale tra i banchi di scuola non è solo una questione tecnologica, ma tocca da vicino la vita quotidiana di studenti e insegnanti, portando con sé nuove domande su cosa significhi davvero imparare. Da una parte, strumenti come ChatGPT o Socratic possono sembrare scorciatoie irresistibili: basta una domanda e la risposta arriva subito, pronta da copiare. Ma qui si apre un dilemma etico che riguarda tutti, non solo chi studia. Usare l’IA per “barare” durante una verifica o per svolgere i compiti senza sforzo personale rischia di svuotare di senso l’apprendimento, trasformando la scuola in una corsa al risultato più che in un percorso di crescita. E non è solo una questione di regole: c’è anche il tema della privacy, perché molte piattaforme raccolgono dati personali senza che ragazzi e famiglie ne siano davvero consapevoli. In un mondo dove tutto è connesso, proteggere le informazioni diventa una responsabilità condivisa.
In questo contesto, l’approccio adottato dal professor Amato rappresenta un esempio di come l’innovazione didattica possa rispondere alle sfide poste dalla tecnologia, promuovendo un uso consapevole e responsabile dell’intelligenza artificiale nelle scuole.